Attualità

venerdì 28 febbraio 2020

Non daremo più notizie sul numero di contagiati dal nuovo coronavirus

Non daremo più notizie sul numero di contagiati dal nuovo coronavirus

di Luca Petinari

Non daremo più notizie sul numero di contagiati dal nuovo coronavirus. Non è una questione di disinformazione, o negligenza - anche se qualcuno potrebbe pensarlo - ma di responsabilità e coscienza. Ci rendiamo conto che l'informazione è stata una pedina fondamentale nella narrazione e nella creazione dell'immaginario di questa emergenza (e lo è per tutte le cose, in realtà, nel bene e nel male) ed è arrivato il momento di dare una svolta - un plot twist direbbe qualcuno.

Innanzitutto, va ribadita l'importanza dell'informazione, capace di plasmare la percezione degli eventi in base a come vengono raccontati: come lo si dice, quante volte lo si dice, in che toni lo si dice. Da questa importanza non può che derivarne una grande responsabilità. Proprio per questo, a fronte di un'epidemia dai numeri ancora molto contenuti, riteniamo necessario normalizzare questo aspetto della narrazione dell'emergenza. Fare una news per ogni contagio, numero che inevitabilmente aumenterà fino a quelli da influenza stagionale, non fa altro che alimentare il senso di panico e apprensione per qualcosa che si sta ingigantendo ma solo nella nostra percezione della gravità.

Il perché il nuovo coronavirus dovrebbe essere preso seriamente ma non dovrebbe spaventarci (non più di troppo, almeno) lo abbiamo già spiegato qui. E proprio sulle questioni serie continueremo a tenervi informati: sviluppi scientifici, approfondimenti medici, decisioni politiche in merito. Tutti elementi che influiscono sulla nostra comprensione di ciò che accade attorno a noi e sui nostri stili di vita. Sapere a cosa serve il tampone faringeo o capire meglio un'ordinanza ci danno un'idea molto più precisa di come affrontare la questione coronavirus. Il numero dei contagi è pura cronaca che lascia il tempo che trova. E lì la lasceremo.

Certo, l'arrivo del coronavirus nella nostra regione è sicuramente stato un evento rilevante e che è stato la discriminante di alcune scelte politiche. Proprio per questo prendiamo atto che il numero dei contagi, a fronte di una mortalità molto bassa e di un aumento delle guarigioni, non costituisca più un elemento rilevante nella narrazione principale della situazione. Se non a scopo allarmistico, ed è proprio ciò che vogliamo evitare. Facendo gli scongiuri, il numero delle vittime sarà ben più importante da raccontare e andrà preso con le pinze, nell'eventualità. Tenere un livello di panico generale basso, possibilmente nullo, sarà estremamente fondamentale.

Ci saranno autorità pubbliche che, per puro scopo complementare, informeranno sui numeri dei contagi. E così faremo noi, mettendo quel numero in panchina, o in seconda e terza linea. Saturare ancora di più l'informazione non farà altro che monopolizzare l'agenda mediatica e alimentare la psicosi e la paura verso qualcosa che andrebbe semplicemente e seriamente normalizzato. E non raccontato come se l'aumento dei contagi fosse la cronaca di un ciclone che avanza piano piano spazzando tutto quello che trova intorno a sé.

Ciò non significa che non troverete più, tra le nostre notizie, aggiornamenti sul numero dei contagi. Saranno riportati per onore di cronaca, a supporto e completezza di una notizia più importante, ricollocati lì, dove devono stare, a favore di un'informazione completa e a tutto tondo. Un numero, che funga da dato statistico e non da termometro dell'emergenza della situazione. Ristabiliamo le priorità e piano piano ricominciamo ad avere fiducia, verso tutto e tutti.

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