Sport
lunedì 13 gennaio 2020
«Il Carpegna mi basta»

di Luca Petinari
Oggi conosciamo Carpegna in ambito sportivo (oltre che culinario) per altri motivi. Ma c'è stato un periodo in cui questo piccolo comune e il suo monte sono stati pura leggenda nel mondo del ciclismo e, ancora oggi, è luogo di culto di molti appassionati. Il motivo è presto detto, poiché è una leggenda che passa da un'altra leggenda: quella di Marco Pantani.
Partiamo dicendo che con "il Carpegna" intendiamo una salita, legata appunto al monte, abbastanza breve ma che per il Pirata era un po' come la palestra di casa. Pantani aveva un che di piratesco, che gli valse anche il soprannome, non solo per il look, ma anche per quell'attitudine fuori dagli schemi. Anche negli allenamenti.
Infatti rispetto ai rivali più "avanguardisti", la metodologia di Marco era da considerarsi più tradizionalista. Più di una volta dichiarò di preferire i percorsi "di casa", vicini al cesenate, ma con un'idea di territorio distesa, che includesse il romagnolo e il pesarese. Percorsi che conosceva a memoria, in ogni sua peculiarità. Non a caso, durante gli allenamenti, Pantani usciva sempre senza borraccia: "Mi basta sapere dove sono quelle quattro fontane lungo il percorso", dichiarò. Una di quelle era proprio sul Carpegna.
Nel ciclismo, il rapporto tra gli obiettivi di gara e gli allenamenti è del 70%. Il che significa che non ti allenerai mai su una salita di 20 km se è la stessa lunghezza da percorrere in competizione. Questo perché la mente si imposta in maniera tale da riuscire a percorrere quella distanza nella maniera più appropriata, ma con una velocità e un'intensità non proprio competitive. Solitamente ci si allena su percorsi più brevi, spezzati ma più frequenti, proprio perché l'intensità è più alta e i tempi minori. Più faticoso, ma più produttivo.
Ed è così che si allenava Pantani, in risposta a chi gli chiedesse perché non facesse allenamenti all'altezza dei percorsi di gara. "Il Carpegna mi basta", disse. Una frase che non è solo metodologia, ma anche simbolo della filosofia del Pirata: una dimensione piccola, locale, ma che può portare a risultati ben più grandi.