Cultura
mercoledì 06 novembre 2019
«Ok, boomer» spiegato ai boomer
![«Ok, boomer» spiegato ai boomer](https://primocomunicazione.fra1.digitaloceanspaces.com/storage/app/uploads/public/5dc/323/740/thumb_1135_551_0_0_0_crop.jpg)
di Luca Petinari
È molto probabile che nelle ultime 24 ore abbiate sentito parlare di boomer. Ancor più nello specifico, del termine ok, boomer. Riassunto veloce: in Nuova Zelanda, la parlamentare 25enne Chlöe Swarbrick stava tenendo un discorso in parlamento sui problemi legati al cambiamento climatico, quando improvvisamente un collega più anziano di lei ha provato a interromperla. La reazione immediata della ragazza è stata quella di dire "ok, boomer" e riprendere il suo discorso. La scena è diventata subito virale.
Ok, boomer è un meme del web diventato particolarmente popolare nell'ultimo anno e mezzo e applicato in situazioni simili a quelle vissute dalla neo zelandese Chlöe Swarbrick: un giovane parla argomentando questioni riguardanti i più disparati temi (politica, cambiamento climatico, futuro, ecc.), viene interrotto da una persona più grande, che irrimediabilmente si becca un ok, boomer.
Il termine è divenuto popolare nell'ultimo anno grazie anche all'effetto che Greta Thunberg ha avuto sui giovani, ovvero avere a cuore il proprio futuro, il proprio pianeta e diventare attivi nella soluzione ai problemi che riguardano aspetti socio-politico-economico-ambientali. L'utilizzo dell'ok boomer nasce dalla contrapposizione tra boomer e zoomer (ci arriviamo, seguitemi), come reazione dei secondi alle modalità patriarcali dei primi.
Per boomer si intende la generazione dei baby boom, ovvero quella composta da 40/50/60 che hanno goduto del boom economico ma che sono anche mediaticamente indicati i principali colpevoli della situazione sociale, politica, ambientale ed economia di oggi, autori di scelte e stili di vita considerati poco responsabili - ad oggi, fosse stato anche allora sarebbe ben più grave.
Gli zoomer invece sono gli appartenenti alla generazione Z, quella dei giovanissimi (e non dei millennials) nativi digitali e abituali praticanti dei social network in maniera utile e funzionale, affezionati alle cause riguardanti il loro futuro e quello degli altri, consapevoli dello stato di instabilità e precarietà in cui si ritrovano e sempre più preoccupati di un domani sempre più nebuloso, sempre più meno loro.
L'ok boomer nasce proprio come risposta a questa esigenza degli zoomer del voler prendere in mano il timone del proprio destino, del voler dare una risposta concreta al "i giovani sono il futuro". Per gli zoomer il futuro è adesso ma sono anche stanchi di sentirsi dire cosa fare, cosa non fare, come fare da chi non ha più gli strumenti per farlo, ovvero i boomer.
Provate pensare a ogni volta che Greta Thunberg ha preso parola: da chi sono arrivate le critiche, quante entrano nel merito della questione? La reazione patriarcale è la più gettonata e gli zoomer dimostrano il loro dissenso con un termine che tenta di zittire chi ancora manifesta un senso di padronanza verso le vite e i destini altrui, verso chi è più preoccupato a chiederti come funzionano i vocali di Whatsapp piuttosto che ascoltare le loro preoccupazioni. E lo fa con un netto distacco, con un linguaggio nuovo, che difficilmente sarà compreso dai boomer, proprio a volergli sottolineare che il loro tempo è passato e che devono lasciare spazio, ogni tipo di spazio, a loro.
[Piccolo test - per gli adulti: secondo voi i vostri figli sono contenti che abbiate uno o più profili social? Per i giovani: siete felici che i vostri genitori abbiano uno o più profili social? Chiedetevelo come esame di coscienza, per evitare liti familiari]
Ok, boomer può essere considerato la pacca sulla spalla ironica a una persona che sta vaneggiando, la quale viene invitata senza troppo considerarla a tacere. Un "sì, si, ok, va bene" che manderebbe in furia chiunque, se solo lo capisse. Ovviamente il termine è stato preso di mira per essere troppo offensivo nei confronti dei più grandi. Un politico conservatore americano lo ha addirittura paragonato alla n-parola, una sorta di razzismo anagrafico.
La risposta dei giovani a questa polemica?
Ok, boomer.
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