Attualità

lunedì 12 agosto 2019

Chi sono i millennials e perché continuiamo a non capire chi siano

Chi sono i millennials e perché continuiamo a non capire chi siano

di Luca Petinari

Generazione Y, Millennial Generation, Generation Next, Net Generation o Echo Boomers: in una sola parola, i millennials. Quante volte avrete letto o sentito dire questo termine nei giornali, telegiornali o dibattiti in tv? E quante volte lo avete sentito utilizzare nella maniera sbagliata? Ve lo dico io: quasi sempre. Ma quello della non-coscienza del significato della parola non è un problema solo italiano. In realtà è un problema cognitivo dovuto a un caos molto più ampio e di cui, spesso, noi giornalisti non abbiamo fatto altro che ridurre a una sintesi, divulgando l'idea che i millennials siano i nativi dal 2000 in poi. Sbagliato. Vediamo perché.

CHI SONO I MILLENNIALS, PER DAVVERO (O QUASI)

Capiremo poi perché ne parleremo in termini generali, ma i millennials sono tutte le persone nate, indicativamente, tra gli anni '80 e '90 e che quindi hanno avuto un approccio sociale (ma anche social) alla vita nel nuovo millennio. In realtà, poi, la fascia d'annate varia in alcuni casi specifici, ma senza discostarsi dall'idea che la Generazione Y (quindi susseguente alla Generazione X) sia antecedente ai nati negli anni 2000. Tralasciando gli anni limite di questa generazione, si parla di millennials o di echo boomers in quanto relativamente simile all'aumento delle nascite avuto negli anni '50, ovvero i cosiddetti baby boomers. Ma non è solo una questione demografica: i millennials, per definizione, sono la generazione che più di tutte ha sviluppato un forte senso nell'approccio e nell'utilizzo della comunicazione digitale. Questo perché cresciuti assieme a uno sviluppo tecnologico che ci ha portato dai primi telefonini a colori e con fotocamera a smartphone di ultima generazione. Ma soprattutto per aver visto la nascita dei social network, che hanno radicalmente cambiato i paradigmi della comunicazione e drasticamente ridotto i suoi tempi e, di conseguenza, le sue distanze.

PERCHÉ CONTINUIAMO A SBAGLIARE TERMINE?

La vera domanda da porsi in realtà è: perché abbiamo la necessità di definire i millennials o le generazioni in generale? Ora dirò una cosa ovvia e banale ma che per molti potrebbe risultare quasi sconvolgente ed è la risposta a questo quesito: siamo tutti un target di mercato. Lo siamo sempre stati, dalla fine degli anni '50, ma possiamo risalire a un concetto di target, o di massa stratificata, già dai tempi del fascismo e del nazismo, dove la comunicazione politica era studiata e preparata per colpire una determinata fascia e/o un determinato sentimento della popolazione. Ma a livello di marketing, quantomeno non politico (oggi faremmo più difficoltà a distinguere le due cose), possiamo iniziare a pensare in termini di target da quando furono "inventati" i giovani. Alias, la generazione del baby boom. No, non sto dicendo che non esistesse una fase di transito umana tra la nascita e l'età adulta, ma che non esistesse la gioventù intesa come fascia di mercato interessata a un'interazione. Fondamentalmente, la società era divisa tra bambini e adulti, tra chi andava a dormire dopo Carosello e chi aveva messo su famiglia e lavorava. Poi iniziarono a nascere alcune riviste che avevano come riferimento di pubblico tutte quelle persone "di mezzo" tra questi due estremi. Arrivarono poi anche la musica, la moda e tante altre pratiche sociali che definirono i giovani come target e dunque con usi e costumi specifici che si differenziavano dagli adulti, quindi dalla generazione precedente. Dunque, quando parliamo di millennials, parliamo di una generazione che ha manifestato determinate pratiche che a loro volta hanno interagito con un mercato che ha creato un'offerta tale da coprire quella che era una domanda implicita. Ma perché utilizziamo questo termine in maniera sbagliata (a volte anche in maniera dispregiativa) senza renderci conto che, molto probabilmente, siamo noi stessi dei millennials (non me ne vogliano baby boomers o iGen - arrivo anche da voi - che stanno leggendo)? Non c'è un motivo preciso, se non quello di una divulgazione - e qui noi giornalisti dovremmo fare mea culpa - errata del termine, che ha portato a installare i millennials nell'immaginario comune come i nativi dal 2000 in poi. Ok, il nome può ingannare - nomen omen? -, il collegamento millennials-millennio-2000 è piuttosto facile. Ma in qualità di millennials-per-davvero dovremmo anche saper utilizzare internet. E soprattutto noi giornalisti, per evitare di scrivere cose sbagliate e diffondere un concetto distorto, dovremmo PER DEONTOLOGIA verificare SEMPRE la fonte. Ma cosa dicono le fonti? Che è un gran casino, in sintesi. Non è infatti possibile definire in maniera determinata e certa quali siano le annate limite dei millennials. Secondo un articolo di Wired, il Pew Research Center ha riclassificato il limite che divide i millennial dai post-millennial, individuando coloro che sono nati tra il 1981 e il 1996. Questa è l'ipotesi più imparziale che possiamo trovare, quindi forse la più attendibile. Altre fonti parlano di fasce che vanno dal 1977 al 2000, altre ancora dal 1982 al 2004, ma sono casi limite di aziende che definiscono target per i propri studi e quindi per determinati comportamenti che possono anche essere trasversali. Quando parliamo di millennials, quindi, sarebbe più giusto parlarne in maniera generale riferendosi ai nati tra gli anni '80 e '90. Possibilmente con cognizione di causa.

CHI SONO QUELLI CHE CHIAMIAMO ERRONEAMENTE MILLENNIALS?

Spiegato perché i millennials non sono quelli nati dal 2000 in poi, allora, chi è la prossima generazione? Se abbiamo capito bene che ancora quella precedente è in fase di assestamento, quella successiva invece è in fase di definizione. Ma la Generazione Z è già realtà. Che li si chiami iGen, Plurals o Post-Millennials (e qui dovrebbe essere finalmente chiaro che non sono loro i millennials), i nativi del nuovo millennio stanno già mostrando caratteristiche diverse rispetto alla generazione che li ha preceduti. Quali? Purtroppo per loro, l'esser nati in uno stato di totale precarietà e insicurezza verso il futuro. Nati senza una certezza, in piena crisi economica, ma con una consapevolezza ancor maggiore rispetto alla Generazione Y sull'utilizzo dei social media e della tecnologia. Se i millennials si sono affossati dietro a uno smartphone, l'iGen ha trovato oltre quello schermo un mezzo per fare di necessità virtù, mostrando molta più attenzione verso le tematiche ambientali, verso il desiderio di aiutare gli altri e di fare cose che siano utili alla collettività. Per certi versi, la Generazione Z è molto simile ai baby boomers, ovvero quelli nati nell'instabilità del dopo guerra e che hanno risollevato la crescita economica. In tempi bui, questo è un barlume di speranza verso il futuro. Soprattutto quando la generazione del futuro è vista in maniera negativa e distopica. Quindi, la prossima volta che utilizzerai (male) il termine millennials e in maniera dispregiativa, sappi che probabilmente ti stai riferendo a te stesso e probabilmente hai pure ragione a parlarne male.

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