Cultura
lunedì 03 marzo 2025
Come sono andati gli Oscar

Contro ogni previsione, il dramedy agrodolce "Anora" di Sean Baker ha conquistato la notte degli Oscar, portando a casa ben cinque statuette su sei candidature. Tra i trionfi spicca quello della giovane Mikey Madison, che a soli 25 anni ha battuto la favorita Demi Moore aggiudicandosi il premio come miglior attrice protagonista.
Sean Baker ha scritto la storia del cinema, eguagliando Walt Disney per numero di premi vinti in una sola serata, con quattro riconoscimenti personali: miglior film, regia, sceneggiatura e montaggio. Un risultato straordinario per un film indipendente che ha incassato appena 15,6 milioni di dollari al box office nordamericano. La sua ascesa è stata rapida, consolidata dalla vittoria dei premi assegnati da produttori, registi e sceneggiatori nei giorni precedenti.
Delusione per l'Italia: dopo l'esclusione di "Vermiglio" dalla cinquina dei film internazionali, anche Isabella Rossellini non è riuscita a conquistare l'Oscar per "Conclave". Serata amara anche per "Emilia Perez", il film di Jacques Audiard con 13 nomination, che ha dovuto accontentarsi di due premi: miglior attrice non protagonista per Zoe Saldana e miglior canzone originale con "El Mal". Netflix ha così evitato un'umiliazione totale, mentre il premio per il miglior film internazionale, inizialmente dato per scontato, è andato a "Io Sono Ancora Qui" di Walter Salles, pellicola brasiliana dal forte messaggio anti-autoritario.
Una delle figure più discusse della serata è stata Karla Sofia Gascon, la star trans spagnola al centro di polemiche per vecchi tweet razzisti. Il comico Conan O'Brien, alla sua prima conduzione, non ha perso l'occasione per una frecciata: "Se twitti su stasera, mi chiamo Jimmy Kimmel", ha ironizzato.
Tra gli altri vincitori, "The Brutalist" si è aggiudicato tre premi, tra cui miglior fotografia, colonna sonora e miglior attore con Adrien Brody. Nel suo discorso di ringraziamento, Brody ha parlato di oppressione, razzismo e antisemitismo, lanciando un appello per un mondo più inclusivo. Il premio come miglior attore non protagonista è andato a Kieran Culkin per "A Real Pain", con un discorso di ringraziamento colorito che ha costretto la ABC a intervenire con censure.
Lo show, nelle intenzioni dell'Academy, avrebbe dovuto essere apolitico, ma Conan O'Brien ha comunque lanciato una stoccata a Vladimir Putin ispirandosi proprio a "Anora": "Immagino che gli americani saranno felici di vedere qualcuno resistere a un russo potente". I riferimenti ai conflitti attuali non sono mancati: se il sostegno all'Ucraina è stato discreto, con la spilletta di Guy Pearce e il "Slava Ukraine" di Daryl Hannah, la causa palestinese è emersa con forza. Il documentario "No Other Land", che racconta la distruzione di un villaggio in Cisgiordania, ha vinto l'Oscar, ma negli Stati Uniti non ha ancora trovato un distributore. I suoi autori hanno chiesto al mondo di fermare "la pulizia etnica" del popolo palestinese.
La cerimonia ha visto anche il tradizionale segmento "In Memoriam", aperto da Morgan Freeman in omaggio a Gene Hackman, e un lungo tributo musicale a James Bond, segnando il passaggio della direzione creativa del franchise ad Amazon.
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