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giovedì 06 giugno 2024
A rischio l'iscrizione dell'Ancona al prossimo campionato di Serie C, forse ripartirà dalla Serie D

di Ancona Today
«E adesso?». La domanda, legittima, resta lì senza risposta. Come i tanti quesiti che stanno accompagnando le ultime, convulse ore di un’Ancona il cui futuro è occultato da una densa coltre di nubi nere. Sulla saracinesca che verrà abbassata dalla Covisoc chiamata ad analizzare la domanda di iscrizione del club biancorosso sembrano, a questo punto, esserci pochi dubbi. E questo comporterà il varo di un piano B da parte della società, ammesso che la dirigenza – si resta ancora in attesa di un cenno di qualcuno – stia in questo senso lavorando. Cosa che comporterà saldare tutte le pendenze in sospeso, in primis, con l’ausilio – parziale – della garanzia fideiussoria di 350mila euro depositata venerdì sera. Servirà quindi onorare le mensilità non ancora corrisposte, sanare i debiti ed eventualmente garantire la fidejussione necessaria per fare domanda di inserimento in Serie D (in sovrannumero), ipotesi che lunedì mattina avrebbe fatto drizzare i capelli a chiunque avesse a cuore le sorti del Cavaliere Armato ed ora si configurerebbe come un sospiro di sollievo.
Perché le alternative sono davvero inquietanti. E vanno dalla sparizione, con la ripartenza dall’ultimo dei campionati dilettantistici marchigiani, fino all’eventuale cambio di denominazione come accaduto in passato quando l’Ancona raggiunse l’accordo con il Piano San Lazzaro ricominciando dall’Eccellenza. Una possibilità che contemplerebbe l’accorpamento – ora come allora – ad esempio con la seconda realtà calcistica del capoluogo, ovvero i Portuali Dorica, freschi di salto di categoria dalla Promozione ottenuto vincendo i play-off. Operazione che richiederebbe ovviamente una cabina di regia (nel 2010 ci fu l’intervento dell’allora sindaco Gramillano e dei tifosi riunitisi nell’associazione “Sosteniamolancona”) e soprattutto tempistiche non immediate.
Di certo, saluteranno i giocatori sotto contratto, per cui è facile immaginare lo svincolo d’ufficio, così come il tecnico Boscaglia che aveva cominciato a lavorare dimostrando passione ed interesse nello sposare la causa dell’Ancona. C’è la volontà dell’amministrazione di impegnarsi per impedire che un patrimonio di 120 di calcio si dissolva nel nulla, che i buoni risultati ottenuti dal settore giovanile e base per una progettualità che guardi al futuro non restino solo pallidi ricordi. Serviranno investitori ma prima ancora appassionati con la volontà di sostenere un club con blasone ed pubblico appassionato. I tempi in cui Colavitto prima e Boscaglia poi parlavano di “condurre la barca in porto” riferendosi alla necessità di attraccare al molo della salvezza sembrano distanti anni luce. Perché ora, davvero, la priorità è evitare uno sciagurato naufragio. Senza perdere tempo.