Politica
lunedì 23 ottobre 2023
Vitri: "Solidarietà alle famiglie con figli esclusi dall'asilo nido, è ora che la Regione dia risposte concrete"

di Ufficio Stampa Micaela Vitri
La mia più sentita solidarietà - dichiara la Consigliera regionale Micaela Vitri - alle duecento famiglie con figli esclusi dal servizio di asilo nido, che ieri si sono riunite in Piazza del Popolo a Pesaro per protestare. Capisco benissimo cosa si prova. Vorrei quindi rivolgere un doveroso appello alla Giunta Acquaroli affinché risponda concretamente come sta facendo l’Emilia-Romagna. Per dare le risposte che i genitori si aspettano, la filiera deve essere Stato-Regione e Comune. Se le prime due non esistono, i Comuni vanno in difficoltà. La Regione Marche, convinta già di fare abbastanza contribuendo per il 25% dei costi, è invece scollata dalla realtà e dai bisogni delle famiglie. Per capire il confronto, basti pensare che Emilia-Romagna e Toscana investono invece circa 20 milioni di euro, oltre alle risorse del Fondo Sociale Europeo.
Il Comune di Pesaro ha creato 50 nuovi posti per la sezione Primavera e spende ogni anno 10 milioni per i nidi, mentre la Regione investe solamente 1,5 milione, il minimo previsto dalla legge nazionale. Come se non bastasse le Marche , dopo la Basilicata, sono la regione dove le famiglie partecipano di più alla spesa complessiva per i nidi, con il 20,8% della compartecipazione.
Per il sistema 0-6 – precisa Vitri - lo Stato assegna alle Regioni la quota corrispondente del Fondo nazionale che per le Marche risulta così determinato: anno 2021 € 6.213.425,66, anno 2022 € 6.022.494,43, anno 2023 € 6.022.494,43. A questo si somma il cofinanziamento regionale che nel nostro caso è pari al 25% del fondo assegnato (per l'annualità 2021 è di € 1.553.357,51), come stabilito da una Delibera di Giunta Regionale del 2021.
Esattamente un anno fa, con un’interrogazione- conclude Vitri- ho chiesto alla Giunta Acquaroli di aumentare sensibilmente questa percentuale perché ad oggi è l'unica soluzione per intervenire seriamente, proponendo di lasciare ai Comuni la possibilità di stabilirne l'utilizzo (abbattere le rette, costruire nuovi posti di nido, mantenere i servizi estivi, ecc.) e l'articolazione.