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mercoledì 26 novembre 2025

Violenza, Centrodestra Pesaro: "Profondamente soddisfatte dell'approvazione della nostra mozione"

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Violenza, Centrodestra Pesaro: "Profondamente soddisfatte dell'approvazione della nostra mozione"

Nella seduta dedicata al tema “Violenza contro le donne. Le radici della violenza”, il Consiglio comunale di Pesaro ha approvato all’unanimità la mozione presentata dalle consigliere del centrodestra Cristina Canciani, Serena Boresta e Giulia Marchionni, a sostegno della riforma dell’articolo 609 bis del Codice Penale. 

Un risultato che le proponenti definiscono “motivo di profonda soddisfazione”, soprattutto per il valore simbolico e istituzionale espresso da un voto unanime su un tema che supera ogni appartenenza politica.

La riforma, già approvata alla Camera, introduce il principio del “consenso libero e attuale” come elemento centrale nella definizione della violenza sessuale. 

Un cambiamento che recepisce pienamente quanto previsto dalla Convenzione di Istanbul e stabilisce in modo chiaro che qualsiasi atto sessuale privo di un consenso esplicito e presente costituisce violenza. 

La nuova formulazione non richiede più la prova della costrizione, della minaccia o dell’abuso di potere, ma riconosce il valore del mancato consenso come elemento sufficiente a qualificare il reato.

Le consigliere sottolineano come questa modifica riconosca una verità spesso ignorata: il trauma può impedire alla vittima di reagire e il silenzio non può in alcun caso essere considerato un assenso. 

Una norma già consolidata nella prassi giudiziaria viene così inserita con chiarezza nel Codice Penale, rafforzando la tutela della libertà personale e la dignità delle donne. 

Si tratta, affermano, del risultato di un lavoro parlamentare condiviso e favorito da un accordo politico tra maggioranza e opposizione.

Il centrodestra pesarese ringrazia il Consiglio comunale per il voto unanime, riconoscendo il valore dell’unità istituzionale di fronte a una battaglia che riguarda l’intera comunità. 

L’auspicio è che la riforma diventi operativa nel più breve tempo possibile, come passo ulteriore nella costruzione di una cultura del rispetto fondata sul consenso e sulla libertà. 

Una legge, spiegano, non basta a sradicare la violenza, ma può indicare con forza la direzione da intraprendere.

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