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martedì 25 novembre 2025

Violenza di genere, la relazione della consigliera Vitri in Consiglio regionale: dati, criticità e urgenze

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Violenza di genere, la relazione della consigliera Vitri in Consiglio regionale: dati, criticità e urgenze

Nella seduta del Consiglio regionale dedicata alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, la consigliera regionale Micaela Vitri è intervenuta come relatrice di minoranza sul Rapporto “Interventi contro la violenza sulle donne – anno 2024”. 

Una relazione che, a 17 anni dall’approvazione della legge regionale 32, restituisce un quadro complesso e ancora critico. 

Il fenomeno rimane strutturale e diffuso, con una donna su tre vittima almeno una volta nella vita di violenze fisiche, sessuali, psicologiche o economiche, spesso all’interno delle mura domestiche.

Vitri ha sottolineato come la radice della violenza sia ancora legata a una cultura intrisa di maschilismo, stereotipi e mancanza di rapporti paritari. 

I femminicidi nelle Marche registrano due casi nel 2025, due nel 2024 e quattro nel 2023, confermando una continuità drammatica. 

Il report regionale mostra un aumento significativo degli accessi ai servizi: 841 donne si sono rivolte ai Centri Antiviolenza nel 2024, contro le 748 dell’anno precedente; le Case Rifugio hanno ospitato 126 donne, in crescita rispetto alle 92 del 2023. 

Aumentano anche gli uomini presi in carico dai centri per autori di violenza, che passano da 124 a 225.

Per la consigliera, il quadro dei dati non è neutro: mancano registri nazionali ufficiali e sistemi integrati di raccolta, oggi garantiti soprattutto dai Centri Antiviolenza, dalle associazioni e dalle Case delle Donne. 

Sul fronte delle risorse, i fondi statali e regionali crescono, ma restano insufficienti rispetto all’emergenza: nel 2024 solo 84 donne hanno potuto accedere al Reddito di Libertà su 163 domande presentate.

Vitri ha evidenziato come il femminicidio di Giulia Cecchettin abbia rappresentato un punto di svolta nella sensibilizzazione pubblica, con un aumento del 57% delle chiamate al numero 1522. 

Un segnale che testimonia sia la gravità del fenomeno sia una maggiore propensione alla richiesta d’aiuto. 

Da qui l’appello alle istituzioni affinché investano su prevenzione, protezione e formazione, ma soprattutto sull’educazione sentimentale nelle scuole, considerata leva essenziale per cambiare la cultura del possesso e dell’abuso.

La consigliera ha ricordato inoltre il lavoro svolto nella scorsa legislatura, dalla quota di alloggi pubblici destinata alle donne vittime di violenza all’approvazione unanime della mozione per l’introduzione dell’educazione alla parità di genere nelle scuole. 

Infine, ha chiesto alla Giunta regionale un impegno chiaro e condiviso, ribadendo che la violenza di genere non può essere terreno di scontro politico. 

Un fenomeno che richiede unità, responsabilità e azioni coordinate per fermare una tragedia quotidiana che attraversa tutto il territorio.

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