Politica
martedì 03 giugno 2025
Strade provinciali, Paolini: "Dietrofront del Governo sui tagli, ora si è capito che il problema c'era?"

Le Province italiane incassano un primo risultato concreto nella battaglia per la restituzione dei fondi destinati alla manutenzione delle strade.
Dopo l’incontro al Ministero delle Infrastrutture richiesto dall’Unione delle Province d’Italia (Upi), il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, Giuseppe Paolini, conferma: “Nella conversione in legge del decreto Infrastrutture verranno restituiti i 350 milioni di euro tagliati dal Milleproroghe per gli anni 2025 e 2026. Per il nostro territorio significa recuperare 3 milioni e 286mila euro: circa il 70% dei fondi inizialmente sottratti”.
Una svolta che arriva dopo settimane di pressioni e polemiche. “I tagli c’erano eccome, al contrario di quanto qualcuno ha sostenuto - attacca Paolini -. Ora si sta rivedendo seriamente la questione, perché è chiaro che così le Province sarebbero state abbandonate al proprio destino”.
Il presidente ricorda il lavoro fatto a supporto del confronto, con numeri chiari messi sul tavolo per smentire ogni accusa di inefficienza: “Tra il 2018 e il 2024, su 23,5 milioni di euro assegnati per la viabilità, la Provincia di Pesaro e Urbino ha speso oltre 22,9 milioni. I restanti 600mila euro riguardano due interventi su ponti attualmente in corso. Per il 2025, su 2,3 milioni ridotti dal Mit, sono già stati impegnati 1,5 milioni, e realizzati lavori per 840mila euro. Il resto è in fase di progettazione avanzata”.
Anche il presidente dell’Upi, Pasquale Gandolfi, ha parlato di “riunione positiva” con il ministro Matteo Salvini, sottolineando l’impegno delle Province nell’utilizzo dei fondi: “Dal 2018 al 2024 è stato speso l’84% delle risorse assegnate, con un impegno del 93%. I ritardi residui sono legati a cantieri complessi ancora in corso, e a personale dimezzato dal 2015”.
Il pressing istituzionale ha dunque ottenuto un primo risultato.
Ma Paolini avverte: “La battaglia continua. Non si tratta solo di fondi, ma di dare dignità e strumenti operativi a enti che svolgono un servizio essenziale per i cittadini, nonostante organici ridotti all’osso”.