Politica
mercoledì 27 luglio 2022
Silvio Berlusconi: "Giorgia Meloni leader spaventa gli elettori moderati, potremmo perdere le elezioni"

di Repubblica
Tirerà fuori un sondaggio riservato. E lo farà al momento giusto, con un po' di perfidia. Recita: Giorgia Meloni candidata premier in pectore potrebbe farci perdere le elezioni. O meglio: ci impedirebbe di vincerle. Troppo di destra, tanto da spaventare gli elettori moderati.
Il Cavaliere Berlusconi insieme a Salvini proporrà che la scelta del candidato a Palazzo Chigi la faccia l’assemblea degli eletti.
"Giorgia - dirà oggi Silvio Berlusconi simulando empatia e affondando la lama - non possiamo permetterci di spaventare il nostro mondo".
È di fatto lo spettro nero agitato dalla stampa internazionale, il timore espresso a Bruxelles nei conciliaboli del Ppe, l'allarme che è rimbalzato anche Oltreoceano. Ed è anche il rischio di perdere i fondi del Recovery, come sottolineava ieri il Financial Times ricordando la caduta di Mario Draghi.
Il nodo dell'immagine pubblica di Meloni è insomma la prima linea della battaglia. Ne ha parlato Antonio Tajani alla Stampa, sostenendo che agli attacchi che arrivano dall'estero la leader deve rispondere "mostrando serietà e dimostrando di essere diversi da come si viene dipinti".
Ieri, poi, ha lambito il concetto anche l'azzurro Maurizio Gasparri: "Il problema della Meloni - ha detto a Metropolis - non è tanto rivendicare il primato della coalizione, ma dimostrare che non è quel mostro nazifascista che Repubblica descrive. Meloni ha 46 anni e credo sia consapevole del problema. Oggi deve chiarire non solo le sue posizioni, che per me non sono nazifasciste, ma dimostrare che la sua è una coalizione equilibrata".
Ovviamente c'è molto altro, dietro all'affondo che programma Berlusconi e che rilanciano i suoi big. C'è innanzitutto un timore concreto: l'estinzione di Forza Italia. In queste ore, nella storica culla azzurra della Lombardia, il partito del Cavaliere perde assessori regionali, ras carichi di voti, tanti piccoli amministratori locali. E smarrisce per strada il sostegno di associazioni di commercianti e imprenditori. Una fuga scatenata dalla scelta di affossare Mario Draghi.
C'è uno scontro di potere furibondo, nella coalizione sovranista. Dopo aver ricevuto in dono da Giuseppe Conte l'occasione della vita, l'ansia di conquista travolge tutti i contendenti. Matteo Salvini è il più felice di tutti. Emarginato per la scelta filo-russa, ha ripreso a frequentare gli interlocutori di Mosca e confida di tornare quantomeno ministro dell'Interno. In realtà sogna di arrivare ancora più in alto, forte di un patto con l'anziano leader di Arcore. Ma servirebbe riuscire a sottrarre la premiership a Meloni.