Politica
martedì 12 dicembre 2023
Sì del Consiglio al nuovo Regolamento delle antenne, Conti: "Ora aggiornato alla normativa nazionale"

di Ufficio Stampa Comune di Pesaro
Arriva al voto del Consiglio del Comune di Pesaro, che lo approva nella versione “emendata” con 26 voti favorevoli, il Regolamento comunale per l’installazione degli impianti di telecomunicazioni, presentato dall’assessora Maria Rosa Conti: «Oggi votiamo la sostituzione del Regolamento comunale dell’aprile 2006, che necessitava di essere aggiornato per essere responsivo alle innovazioni normative che si sono susseguite e che regolano il rapporto delle amministrazioni con i gestori di telefonia. Rispetto al precedente, quello proposto all’articolo 1, riconosce e attesta la condizione generale dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Un’analisi che non avevamo finora e che è la misurazione esatta della condizione in base agli impianti esistenti nel Comune di Pesaro». Se prima il Regolamento citava in maniera generica controlli e divieti, ora recepisce la normativa nazionale e regionale, e soprattutto dà indicazioni per il corretto insediamento delle antenne garantendo la tutela ambientale e della salute» sottolinea Conti che ricorda l’allegato al Regolamento, la Mappa delle localizzazioni (ex “Piano dei siti idonei), «avrà un aggiornamento annuale, sarà “work in progress”. Finora recepivamo il programma di sviluppo presentato ogni anno entro il 31 marzo dai gestori, contenente le proposte di nuove antenne del singolo con una delibera di giunta. D’ora in poi, piano aggiornato alla mano, la Giunta non dovrà più accogliere le richieste, ma potrà fare, per ciascuna, una controproposta in base alla mappa delle localizzazioni e indicando dove si potrà soddisfare l’esigenza di copertura. Fatto non secondario, «Tali indicazioni saranno prese dal Consiglio comunale».
Ricordati in assise dal consigliere M. Gambini, «I 10 incontri di cui 2 pubblici, per arrivare al Regolamento che affronta una materia difficoltosa. È complesso rispondere alla necessità di non vedere l’antenna vicino al proprio territorio, ma con il Regolamento abbiamo la possibilità di rispondere alle esigenze nel rispetto del contesto ambientale e della tutela della salute». Così, Sperindei: «Premesso che sono tanto contraria quanto timorosa di queste antenne, comprendo che la scelta migliore al momento sia quella fatta». Prima di abbandonare l’assise come segno di protesta, Manenti ha detto: «Oggi ci ritroviamo con un Parco che ha due areali di studio sull’abitato e due ipotesi di collocazione a Cattabrighe, in aggiunta all’antenna “cotton fioc” già istallata che urla vendetta. Il nostro obiettivo è arrivare a una tutela integrale del Parco. Speravamo in qualcosa di più, non possiamo avvallare un Regolamento del genere. Come atto di chiarezza, oggi lascerò assise in segno di protesta».
Intervenuto sull’argomento, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, ha detto: «In questi mesi gli uffici Ambiente hanno fatto un lavoro prezioso, che dovremmo apprezzare tutti. Non si tratta di una vicenda locale, ma nazionale, con una normativa ampia che tende a “far fare”. Invito tutti a fare una ricerca: quanti comuni italiani hanno un regolamento per l’installazione degli impianti di telecomunicazione, che, come il nostro, prova a mettere qualche paletto e gestire la situazione?». E ancora, «Il lavoro dell’assessore Conti va apprezzato, non è semplice. O ci fidiamo che questa sia una tecnologia sicura, o smettiamo di usare il cellulare. Bisogna avere equilibrio sulla vicenda». Il sindaco ha poi commentato la scelta del consigliere de Il Faro: «Dispiace che Manenti abbia abbandonato l’assise. Da anni ci si lamenta che sul San Bartolo non prende il telefono, il che provoca anche problemi di sicurezza. Quell’antenna ha avuto parere favorevole di tutti, ad iniziare dal Parco San Bartolo. Gli uffici stanno trattando con il gestore per farla abbassare, cambiarne l’involucro, migliorare l’impatto. Sono vicende che vanno gestite con equilibrio. Apprezzerei lo sforzo fatto per lo sforzo programmatico fatto».
Andreolli: «Tema molto complesso. Quando, nel 2006, ci siamo dotati del primo regolamento eravamo all’avanguardia. I successivi non hanno recepito la dinamicità del settore. Molti cittadini si sono chiesti perché non sapevano nulla dell’istallazione di nuovi impianti vicino a casa. Abbiamo fatto un regolamento del decentramento per ovviare a questo, per trovare una congiunzione tra azine amministrativa e i cittadini. Se i cittadini non sono stati coinvolti, ma è stato solo pubblicato nell’albo pretorio, risulta un’azione sbagliata. La battaglia del “no a priori”, penso sia sbagliata. Ma si chiede di avere informazioni, cosa che in questi mesi non c’è stata. I consigli di quartiere non sono stati adeguatamente coinvolti».
Marchionni: «L’albo è uno strumento, ma non è sufficiente». «Oltre al regolamento chiedevamo di coinvolgere i quartieri. Abbiamo dovuto chiedere tutti di intervenire con le controdeduzioni dei quartieri, che sono arrivate. Ma da ora in poi dove sta il coinvolgimento dei cittadini? Vero che le antenne serviranno, ma occorre essere consapevoli di dove verranno collocate. Tema non affrontato a sufficienza e su cui non c’è stata coerenza da parte di chi doveva decidere».
Rossi: «Affrontare il tema, come fatto dal Comune di Pesaro (e farlo in maniera che non ritengo sia stata così poco partecipata come detto da alcuni), è dimostrare di voler provare a trovare una soluzione. In molti non le cercano o non le vogliono».
T. Nobili: «Il Regolamento è un primo passo importante per mettere paletti e cercare di andare nella direzione che tutti auspichiamo: manteniamo equilibrio e utilizziamo gli strumenti che abbiamo, tra cui questo Regolamento».
Andreolli: «C’è discrasia tra la percezione del problema e la ragione tecnica che spesso dista tantissimo. Quando si ha a che fare con un allarme comprendo che occorre tenerne comunque conto. Non era obbligatorio dotarsi di un regolamento, farlo significa tentare di governare il fenomeno. Il tentativo che fa il comune è da sottoscrivere, quel margine di governo dobbiamo esercitarlo, perché il far west è sicuramente peggio».
Malandrino: «Sono a favore di un Regolamento, già a febbraio dissi in un’assemblea pubblica che c’era possibilità di governare il fenomeno e proposi di affrontare un piano antenne che oggi mi pare sia messo a terra. Non posso essere a sfavore. Abito a Novilara, e siamo circondati da antenne. Avrebbe impedito all’Amministrazione di subire così tante critiche e polemiche. Siamo in ritardo sì, ci sono dei dubbi sì, sulla pubblicazione del piano e su rendere edotti i cittadini».
Vanzolini: «Anche nell’interesse dei cittadini il nostro voto dev’essere favorevole».
Biagiotti: «Le antenne sono come i cassonetti, servono a tutti ma nessuno li vuole vicino a casa. Un regolamento come questo è un fiore all’occhiello, ringraziamo il Comune che sta regolarizzando la situazione».
Sul Regolamento, il consigliere Andreolli ha presentato un emendamento (accolto con 28 voti favorevoli) che sostituisce il comma 5 dell'articolo 12, ampliando i metodi di pubblicazione del documento: “il programma annuale complessivo viene reso pubblico attraverso pubblicazione all'albo e sul sito internet del Comune in homepage e attraverso la convocazione dei Consigli di Quartiere aperti alla cittadinanza”. «Per ricondurre nel giusto binario di termini la questione – ha spiegato il consigliere - occorre che i cittadini non lo vedano più come preoccupazione. E questo obiettivo lo si raggiunge passando per una normalizzazione del tema, che si raggiunge con una costante e trasparente comunicazione».
L’assessora Conti ha riportato che, «l’articolo 2, i commi prevedono le varie forme di coinvolgimento dei cittadini e della trasparenza di informazione» ma che «aggiungere la modalità di comunicazione indicata può aiutare il percorso di condivisione che comunque avevamo previsto».
Bellucci: «Prima dell’approvazione del Regolamento la fase di condivisione con i Quartieri è stata molto ampia». E ancora, «La delibera dimostra la puntualità delle osservazioni fatta e dà un risultato finale che avvalla l’ascolto».
Rossi: «L’emendamento ha una logica».