Politica
mercoledì 01 dicembre 2021
Sessismo, omofobia, mancanza di tutele: se ne è parlato durante la conferenza "Discriminazioni nello Sport"

di Giovani Democratici Pesaro
Lunedì 29 novembre si è svolta la conferenza dal titolo “Discriminazioni nello Sport”, a cura dei Giovani Democratici di Pesaro presso il Centro socio-culturale “Novecento”. Tanti gli ospiti, tra cui Carolina Costagrande, pallavolista ed ex giocatrice della nazionale italiana, e Raffaella Manieri, calciatrice pesarese che ha militato in numerose squadre, tra cui Milan e Bayer Monaco, oggi allenatrice della RaffaManieri Academy.
Dopo una breve introduzione dell’assessore Mila Della Dora sulle politiche cittadine che si stanno portando avanti in favore dell’inclusione sportiva, si sono susseguiti numerosi interventi nei quali sono state riportate varie esperienze a riguardo, mostrando le discriminazioni sportive in tutte le loro sfaccettature.
Emerge con una certa prepotenza il sessismo che vi è dietro al categorizzare gli sport in “quelli da maschio” e in “quelli da femmina”, così come il problema del bullismo – ricorda Andrea Salvatori di Formiche Rugby Pesaro – che per essere sconfitto necessita di allenatori formati e capaci di affrontare la situazione.
Marco Arlati, segreteria Arcigay nazionale, è in seguito intervenuto sulle difficoltà di fare coming out da parte degli atleti a causa dell’omofobia ampiamente diffusa negli ambienti sportivi. Un problema puntualizzato anche da Giulia del Pivo, Arcigay PU, che ha ribadito l'esigenza di organizzare eventi per sensibilizzare i cittadini su questa tematica.
Luisa Rizzitelli, presidente di Assist (Associazione Nazionale Atlete), ha invece rivolto l’attenzione alle discriminazioni di genere dal punto di vista legale, per cui le sportive non sono riconosciute come professioniste (a differenza dei giocatori maschi) e di conseguenza non sono tutelate come lavoratrici.
“C’è un buco anagrafico tra gli sportivi” – segnalano Abbagnara e Ciccardini di UISP (Unione Italiana Sport Per tutti) – i ragazzi smettono di fare sport già in giovane età quando la competizione diventa troppo alta e tornano a farlo da adulti quando lo sport è in grado di accogliere anche i meno bravi.
Insomma, parlando di discriminazioni nello sport si apre una finestra su tanti problemi: sessismo, bullismo, omofobia, razzismo e ingiustizie che sono ancora troppo presenti nel panorama italiano. In ogni caso “lo sport è il mezzo più efficace per trasmettere valori fondamentali come l’uguaglianza” – ricorda Daniele Grassetti, presidente de LaPallaRotonda - semplicemente perché piace a tutti e, se fatto nel modo giusto, è in grado di salvarci dalle discriminazioni.
Ma grazie anche alla preziosa testimonianza di Timothy Eko Osadiaye, calciatore del Muraglia, si può confermare che, per quanta strada ancora c’è da fare, Pesaro è sicuramente un buon esempio di inclusività.