Politica
venerdì 07 febbraio 2025
Biancani: "A Urbino hanno il primario con 408 nascite mentre noi a Pesaro no con 475 nascite, fantascienza"

di Ufficio Stampa Comune di Pesaro
Il sindaco Andrea Biancani torna con convinzione sull’Atto Aziendale che, stando a quanto definito nel documento, farebbe rimanere Pesaro e il reparto di ostetricia e ginecologia senza primario, pur vantando la presenza di neurochirurgia, urologia e altre specialità ad alta complessità che garantiscono più sicurezza e supporto per mamme e nascituri negli interventi che si potrebbero rendere necessari.
«Così stanno depotenziando il sistema sanitario della città - la più grande della provincia e la seconda delle Marche - e stanno dando alle mamme e famiglie di tutto il territorio minor servizi e sicurezza».
Aveva spiegato il primo cittadino, delineando il quadro della situazione attuale relativa al reparto.
Ma dopo le parole dei vertici AST non si fa attendere la risposta di Biancani: «Trovo gravi, prive di logica e nemmeno supportate dalle normative, le dichiarazioni del direttore e rimango sconcertato di come il mio interlocutore, pur io essendo il sindaco, continua ad essere un tecnico e non un politico. Questo la dice lunga sulle responsabilità che non si sta assumendo la destra marchigiana sul fronte sanitario, mandando avanti terze parti e continuando ad intervenire nelle scelte dei tecnici, che sono sicuro essere i primi a non approvare tali soluzioni».
Poi entra nello specifico sulla situazione del reparto di ostetricia e ginecologia: «Già in periodi pre-Covid sono iniziati i primi spostamenti verso Fano di alcuni dei servizi legati al reparto, questo per una chiara scelta del primario che ha legittima facoltà nell’organizzazione che, però, non è mai stata contestata dalle istituzioni, portando al depotenziamento della città di Pesaro. Spostando – per esempio – i servizi ginecologici ambulatoriali di isteroscopia e colposcopia nella sola città di Fano».
Questi spostamenti, ulteriormente accentuanti nel periodo post-Covid, hanno portato, di conseguenza, «anche alla perdita di alcune costose attrezzature che in passato erano locate a Pesaro, oltre al fatto che la maggior parte delle donne, per poter accedere ai servizi, sono state costrette a recarsi a Fano. Una scelta politica – la definisce Biancani – che predilige e promuovere la struttura fanese, quasi a voler indicare quel presidio il luogo migliore dove far partorire le mamme».
La situazione, quindi, non cambierà finché l’attuale primario «rimarrà tale anche per Pesaro o diventerà direttore di Dipartimento, in quanto – in entrambi i casi - avrà sicuramente l’ultima parola su tutto l’assetto dei presidi». Biancani, infatti, contesta le parole dei vertici AST che definiscono l’unità dipartimentale semplice (ovvero quella che avrà Pesaro) equiparata a quella complessa (Fano).
«Come possono essere entrambe autonome e ben divise se, lo stesso primario di Fano sarà anche direttore del Dipartimento o primario di Pesaro e che quindi sceglierà il responsabile di riferimento per la città? – si chiede Biancani che rimarca – E come può, un reparto senza primario, essere uguale ad uno con un primario in sede? Questi sono tutti falsi slogan che cercano di coprire una realtà purtroppo, ormai, sin troppo evidente».
Oggi Pesaro rimane senza primario e con la sola «chirurgia ginecologica maggiore (meno utilizza e che quindi, indirettamente, non porta l’aumento dei numeri al proprio reparto) ed è prevista in città per tutte le specialità, non solo per quella di ostetricia e ginecologia».
Anche un passaggio sui numeri dei parti nel 2024: «Secondo i vertici AST il reparto di Pesaro, continuamente depotenziato, non avrebbe i numeri necessari previsti per l’istituzione di un’unità operativa complessa – che prevede almeno 500 parti in un anno -. Ma allora – si chiede Biancani – Come può Urbino, che ha registrato 408 nascite - ovvero 67 in meno rispetto alle 475 di Pesaro - permettersi un primario? Stiamo parlando di fantascienza, oppure la politica che ci governa e i tecnici non conoscono nemmeno i numeri dei nati sul territorio provinciale. Chiaramente, siamo di fronte a falsità anche normative che vengono utilizzate per distogliere l’attenzione dalle reali volontà politiche».
«Pesaro – conclude Biancani – è l’unica soluzione alla mobilità passiva verso Rimini e, in quanto tale, è necessario venga valorizzata e potenziata con un primario che abbia la vera volontà e priorità di mantenere in città alta la qualità dei servizi e del percorso materno-infantile. In quanto responsabile della salute dei cittadini – non della sanità – ho intenzione di svolgere il mio ruolo senza nascondermi dietro logiche o dinamiche che non mi appartengono. Ho promesso che mi sarei occupato del tema, sapendo che valorizzare e promuovere Pesaro, sostenendone il presidio, vuol dire garantire – a tutti i cittadini del territorio – un servizio di eccellenza e qualità. Dico basta a un’organizzazione sanitaria che non mette al centro la qualità, il benessere e la sicurezza dei pazienti ma che piuttosto continua a voler strizzare l’occhio a tutti e tutto, penalizzato i reali servizi. La mia attuale posizione – precisa - non è legata a chi oggi svolge l’attuale ruolo di primario, che fa egregiamente e con grande professionalità, ma a chi sta creando volutamente e politicamente una situazione che se non modificata può portare solo a un ruolo di subalternità del reparto di Pesaro rispetto a Fano e Urbino. Quello che chiedo è che la città abbia almeno pari dignità».