Politica
martedì 21 dicembre 2021
Ruggeri: "Il servizio sanitario pubblico nella provincia di Pesaro e Urbino è sempre più vicino al collasso"

di Ufficio Stampa Marta Ruggeri consigliera regionale M5S
Veemente critica di Ruggeri, M5S, che coglie l’occasione per denunciare la situazione drammatica della sanità nella provincia di Pesaro Urbino.
Dopo un mese nessun ragguaglio sugli organici delle Usca. «Se questi sono i tempi per rispondere a un’interrogazione, si capisce perché nella provincia di Pesaro e Urbino il servizio sanitario pubblico sia sempre più vicino al collasso», ha detto stamane la capogruppo di M5S in consiglio regionale, Marta Ruggeri, dopo che l’assessore Filippo Saltamartini ha glissato sui chiarimenti richiesti, rinviandoli alla prossima seduta utile.
«Lo invito dunque – ha proseguito Ruggeri – a organizzare un confronto urgente con i sindacati locali e, se vuole, anche con i consiglieri regionali eletti dalla provincia di Pesaro e Urbino. A questo punto la mia impressione è infatti che non sappia fino in fondo quanto accada e quali prezzi in termini di disservizi si stiano pagando a causa dell’ostinazione con cui la Regione continui a concentrare tutto il peso della gestione Covid sull’azienda Marche Nord e in ricaduta sull’Area Vasta 1».
«La struttura di Galantara per le cure intermedie – prosegue Ruggeri – è in fase di rapida saturazione e presto non sarà più sufficiente, tanto che è nell’aria la possibile riconversione dell’hospice a Fossombrone. È notizia di questi giorni, poi, la chiusura di psichiatria e dalla guardia medica a Pesaro, le enormi difficoltà che si riverberano sui pronto soccorso, la compressione crescente di altri servizi ospedalieri e dei cosiddetti posti letto puliti per fare fronte al crescente accesso di pazienti Covid, anche da fuori provincia. Credo che un’inversione di marcia possa essere ottenuta solo riaprendo il centro specifico a Civitanova oppure redistribuendo il peso della risposta alla pandemia su tutte le province marchigiane».
A quanto pare il quadro drammatico spaventa gli stessi operatori (risultano infatti soltanto dieci risposte al bando regionale per nuove assunzioni) ed è destinato a estendersi alle altre province, perché sono già percepibili i segnali dell’effetto a macchia d’olio. «Tornando alle Usca – conclude Ruggeri – mi risulta che la Regione ha di nuovo rinforzato gli equipaggi del servizio, ma alla luce della situazione sono ancora insufficienti».