Politica

lunedì 23 dicembre 2024

Ruggeri (M5S): "Acquaroli ci dica dove vuole fare l'inceneritore prima delle prossime elezioni regionali"

Ruggeri (M5S): "Acquaroli ci dica dove vuole fare l'inceneritore prima delle prossime elezioni regionali"

di Ufficio Stampa Marta Ruggeri capogruppo regionale M5S

L’inceneritore dei rifiuti, o come viene spesso chiamato termovalorizzatore usando un termine meno brutale per dire la stessa cosa, sarà un tema centrale della campagna elettorale, sul quale si polarizzeranno i consensi dei cittadini e si formeranno le alleanze.

Ruggeri in Consiglio regionale ha acceso le polveri. Ha presentato 5 emendamenti di modifica al Documento Regionale di Economia e Finanza per eliminare la previsione dell’inceneritore da quel documento.

“Il DEFR e il nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti prevedono la realizzazione di un impianto di termovalorizzazione nelle Marche” ha detto in aula consiliare Ruggeri. “su questa previsione noi del Movimento 5 Stelle siamo fermamente contrari;e non per motivi ideologici, come qualcuno sostiene, ma per ragioni concrete ed evidenze fattuali. La principale riguarda l’enorme produzione di CO2, il gas climalterante contro la produzione del quale il mondo intero, Europa inclusa, sta adottando drastici provvedimenti di riduzione per mitigare i cambiamenti climatici che tanti danni stanno facendo, anche nella nostra regione, sempre più spesso ferita da eventi climatici estremi”. 

Ha continuato Ruggeri: “I dati scientifici che riguardano la produzione di CO2 ci dicono che con la combustione dei rifiuti non riciclabili negli inceneritori si immette nell’ambiente più del doppo di anidride carbonica per chilowatt/ora di quanto si immette in media oggi con le altre fonti energetiche disponibili, incluse le fonti fossili. La quantità di anidride carbonica in tonnellate equivalenti prodotta dagli inceneritori è quasi pari al peso dei rifiuti combusti; pertanto, per l’impianto prospettato nel nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti da 370.000 tonnellate annue, più del doppio di quello di Rimini, dobbiamo calcolare a pieno regime l’immissione in atmosfera di almeno 300.000 tonnellate equivalenti annue di anidride carbonica, pari a quanto ne immettono oggi in atmosfera circa 60.000 automobili, un numero paragonabile al parco auto di una città come Pesaro. Per non parlare di altri inquinanti, come diossine e polveri sottili, che, per quanto abbattibili attraverso i sistemi di filtraggio, allo stato attuale non risultano completamente eliminabili dai gas dispersi in atmosfera. Da quello che risulta nel dibattito di questi giorni si parla di un costo di investimento stimato dalla Regione in circa 400 milioni di Euro, il cui onere di ammortamento andrebbe interamente a carico della TARI che pagano cittadini e imprese, per capitale e interessi. Per le vigenti regole europee, infatti, questi impianti non possono godere di contributi pubblici, non essendo coerenti con i principi dell’economia circolare dettati dalle direttive europee e con gli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2030 ed il 2050. Non solo, in Europa si sta già discutendo di includere questi impianti nell’obbligo del pagamento della cosiddetta “carbon tax” allo scopo di disincentivarli; il che porterebbe ad aggravarne i costi di gestione di qualche milione di Euro l’anno”.

Nessuna risposta è pervenuta dalla Giunta, rappresentata dall’assessore Aguzzi in assenza del Presidente Acquaroli, in merito alla localizzazione prevista dell’inceneritore, decisione che spetterà alla Regione. 

“Si guardano bene dal dirlo agli elettori prima della prossime elezioni regionali”, commenta Ruggeri.



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