Politica

martedì 24 giugno 2025

Ricci (PD): "Le Marche ferme al palo, Acquaroli smentito dai dati Bankitalia"

Ricci (PD): "Le Marche ferme al palo, Acquaroli smentito dai dati Bankitalia"

«Per mesi, il presidente Acquaroli ha raccontato una regione in salute, forte di successi economici e in crescita costante. Oggi, però, i numeri lo smentiscono». 

È il duro affondo di Matteo Ricci, europarlamentare del Partito Democratico e candidato alla presidenza della Regione Marche, che commenta così i dati diffusi dal rapporto Bankitalia 2024 e dall’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER).

Crescita al minimo, industria in crisi

Secondo Ricci, i dati sono inequivocabili: «Nel 2024 l’economia marchigiana è cresciuta solo dello 0,4%, contro lo 0,7% della media nazionale. Una stagnazione che si protrae da anni, malgrado le ingenti risorse del PNRR e i 14 miliardi destinati alla ricostruzione post-sisma».

La fotografia tracciata da Bankitalia mostra un sistema industriale in forte affanno: «+11% di imprese in difficoltà, calo generalizzato del fatturato, soprattutto tra le realtà votate all’export. Tutto questo è il risultato di una politica economica miope, incapace di rispondere alle sfide del presente».

Occupazione ferma, allarme sociale crescente

Il nodo più critico è l’occupazione, che secondo Ricci svela il fallimento del modello di sviluppo promosso dall’attuale giunta: «Mentre Acquaroli racconta di una regione che lavora, i contratti attivati nel settore privato sono dimezzati rispetto a quelli cessati, in particolare nell’industria. Aumentano le richieste di cassa integrazione, segno di un’emergenza sociale ignorata o sottovalutata».

A peggiorare il quadro, anche la debolezza del credito: «Diminuiscono gli investimenti, crescono i crediti deteriorati, calano gli sportelli bancari. Un contesto economico che non dà fiducia né alle imprese né ai cittadini».

“Tempo di cambiare rotta”

Ricci conclude con un appello chiaro: «Le Marche non stanno creando lavoro stabile e di qualità. Il lieve recupero nel divario di genere non basta: serve un progetto serio, fondato sui dati e non sulla propaganda. La regione ha bisogno di una guida che ascolti le persone, non che celebri se stessa».

Per il candidato dem, è giunto il momento di «voltare pagina con politiche orientate al futuro, alla coesione sociale e alla dignità del lavoro. Non possiamo permetterci altri anni di immobilismo».

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