Politica
mercoledì 18 giugno 2025
PD marchigiano in subbuglio: esclusi tre big, tensioni in vista delle regionali

Acque agitate nel Partito Democratico delle Marche a pochi mesi dalle elezioni regionali.
A scuotere il partito è la possibile esclusione dalla lista dei candidati di tre volti noti del consiglio regionale: Manuela Bora, Fabrizio Cesetti e Antonio Mastrovincenzo.
I tre, sulla base delle indicazioni delle direzioni provinciali di Ancona e Fermo, non potranno candidarsi per un terzo mandato consecutivo.
Una scelta che sta provocando tensioni interne, anche perché si tratta di esponenti che nel 2020 hanno portato complessivamente oltre 12mila voti al PD.
La decisione finale spetta ora alla direzione regionale, che si riunirà il 29 giugno per diramare la lista definitiva dei candidati.
Intanto, a esprimere malumore è anche il candidato presidente del centrosinistra Matteo Ricci, che avrebbe proposto ai tre esclusi di entrare nella sua lista civica.
Un’ipotesi che, tuttavia, non convince pienamente gli interessati e che potrebbe perfino portare a una fuoriuscita o un’autosospensione dal partito, generando uno scossone politico senza precedenti.
“Nel caso ci fosse una proposta ufficiale di Ricci potrei valutarla – dichiara Mastrovincenzo – ma con il presupposto che io non abbandonerò mai il PD”.
Sulla stessa linea anche Manuela Bora, che già il mese scorso aveva dichiarato di voler restare nel partito, rinnovando la tessera anche prima che iniziasse il dibattito sulla sua esclusione.
Più critico Fabrizio Cesetti, che non nasconde il proprio disappunto: “Io non sto valutando alcuna proposta, perché sono e resto un iscritto del PD.
Se riterranno di candidarmi bene, altrimenti farò comunque campagna elettorale per Ricci.
Il problema è un regolamento astruso e stupido, che va contro la cultura democratica e impedisce alla comunità di esprimersi”.
A Fermo, dove si voterà nel 2026 per il rinnovo del consiglio comunale, Cesetti potrebbe essere tra i nomi forti del centrosinistra, ma resta cauto: “Farò quello che mi verrà chiesto, l’importante è replicare l’alleanza politica che Ricci ha costruito a livello regionale”.
Il PD marchigiano, dunque, si trova di fronte a una sfida interna delicata, tra regole statutarie, fedeltà di partito e strategie elettorali.
La direzione regionale del 29 giugno si preannuncia decisiva per ricompattare il fronte e scongiurare fratture che rischierebbero di indebolire la coalizione a ridosso del voto.