Politica
lunedì 13 febbraio 2023
Passa la mozione per "accelerare il nuovo ospedale" - Andreolli: "Un presunto ritardo che ad oggi non c'è"

di Ufficio Stampa Comune di Pesaro
Passa, con il voto favorevole di 19 consiglieri, l’urgenza dell’ordine del giorno nel Consiglio comunale di Pesaro “Rispetto dell’Accordo sottoscritto avente ad oggetto il Nuovo Ospedale di Pesaro; reparti e specialità di eccellenza che si andranno ad attivare; prospettive socio-sanitarie per le strutture convenzionate recentemente costruite sul territorio” presentata dai capigruppo di maggioranza. Tema, per il consigliere Pagnoni Di Dario, «Non procrastinabile visti i tempi dettati dal cronoprogramma citato nell’Accordo». Prima della discussione del documento (infine approvato con il voto favorevole di 20 consiglieri, 8 i contrari), il consigliere Redaelli ha presentato una mozione sospensiva (respinta da 19 contrari): «Abbiamo ricevuto la documentazione nel portale alle 11 e via mail alle 12:08. Sappiamo che i termini sono corretti ma sappiamo anche che, perché un articolo finisca sul giornale la domenica, è necessario che il testo sia inviato il sabato. Le modalità di questo odg sono quantomeno improprie e, ogni volta che si parla di sanità, sono le medesime e prevedono l’utilizzo strumentale del voto sull’urgenza».
L’emiciclo ha poi ripreso la discussione sul contenuto dell’ordine del giorno che impegna sindaco e giunta a “richiedere al presidente Acquaroli e alla Giunta regionale un urgente impegno ad accelerare la realizzazione del Nuovo Ospedale di Muraglia, a rispettare il cronoprogramma sottoscritto con l’accordo del 17 ottobre 2022 e a ripristinare i posti letto mancanti negli ospedali pubblici”. Si chiede inoltre di comunicare quanto prima, quali reparti ed eccellenze specialistiche intendono destinare al Nuovo Ospedale e le “prospettive socio-sanitarie vorranno dare alle recenti strutture convenzionate esistenti sul territorio”. «I cittadini hanno bisogno di risposte certe - ha detto Luca Pagnoni Di Dario - e di capire qual è il vero disegno sanitario della Regione. Anche alla luce del protocollo d’intesa sottoscritto con il Comune, che aveva step precisi e che indicava al 31 gennaio l’inizio della progettazione della struttura. Data che non è stata rispettata». Pagnoni Di Dario, rivolgendosi in particolare «agli assessori competenti, Baldelli e Saltamartini» ha ricordato il deficit importante della sanità della provincia di Pesaro e Urbino, in termini di mobilità passiva, «che causa perdite di somme che potrebbero essere reinvestite nel territorio» e in termini di posti letto: «Qui sono pari a 2,17 ogni 1000 abitanti; ad Ancona, sono 3,66. La Regione come pensa di sopperire a queste mancanze?».
«Dopo due anni e mezzo di governo di destra – ha detto il sindaco Matteo Ricci -, la Regione non può continuare a dare la colpa a chi c’era prima» ha detto il sindaco Ricci che ha aggiunto: «La percezione che ho è che in questi ultimi anni la sanità sia ulteriormente peggiorata, così come la mobilità passiva e la situazione del pronto soccorso».
«Che il Consiglio comunale si preoccupi che il progetto vada avanti nel modo più veloce possibile è la normalità. L’interesse generale è fare presto e fare bene, quindi stare col fiato sul collo per conoscere il cronoprogramma di un’opera è il nostro compito».
Redaelli: «Ricordo che l’avvio della procedura è iniziata a novembre, il resto delle mistificazioni fatte a mezzo stampa lasciano il tempo che trovano». «Il documento - continua il consigliere - riporta altre considerazioni che sottolineano quanto sia critica la situazione sanitaria reginale; problematiche strutturali, che partono da lontano». «Bisogna chiedersi: il Comune sta facendo quando deve fare? Sarebbe meglio non si facesse perdere tempo agli uffici con questi documenti pretestuosi e che si affrontasse invece tematiche necessarie all’ospedale, come la viabilità e l’urbanistica, su cui ancora non si è sentito nulla».
Per Andreolli, l’ordine del giorno contiene «pregiudizi, confusioni e omissioni». «È abbastanza surreale che coloro che sono responsabili di 30 anni di ritardi per la costruzione del nuovo ospedale, sia oggi in prima fila con la penna rossa a bacchettare per 2 mesi di presunto ritardo che ad oggi non c'è. L’attuale giunta regionale è impegnata in prima linea nel rispetto degli impegni presi per la costruzione della struttura e nel potenziare le eccellenze nate con Marche Nord. Siamo alle porte della stesura del nuovo Piano sociosanitario che sarà lo spartiacque tra la sanità del passato e quella del futuro. Per l'interesse della città sarebbe molto più costruttivo, da parte della maggioranza, assumere un atteggiamento lontano dal mix di nostalgia e rivincita elettorale con cui si approccia al tema della sanità».
Bellucci: «La destra delle Marche aveva promesso di “garantire parità di diritti e di trattamento in tutti territori delle Marche”. Un impegno dal forte appeal che richiama però alle vostre responsabilità». Il ritardo della progettazione, per Bellucci è dovuto al fatto: «Prima è stato detto sarebbe stata fatta in house poi, a causa del sovraccarico dovuto al Pnrr, si è detto si sarebbe dovuti andare a bando e avere la squadra di progettazione entro la fine di marzo. Ma che incarico si può dare senza avere il Piano sociosanitario? Mettete la modalità “governo”».
T. Nobili: «Doveroso render conto di ciò che accade in aula ed altrettanto doveroso riportare in aula ciò che sentiamo dalla città. Tutti registriamo la preoccupazione sulla sanità regionale, non dobbiamo avere paura ma sollecitare chi di dovere perché si compiano i passaggi necessari da fare». La preoccupazione di Nobili è, soprattutto, «per la parte “sociale” del Piano sociosanitario; auspico che lo stesso venga prima condiviso con tutti gli attori che dovranno entrarvi».
Leonardi: «Importante riportare l'attenzione alla questione sanitaria: il 2024 non è così lontano e bisogna tornare sul tema focalizzandoci sulla collaborazione».
G. Marchionni, sul tema infrastrutturale, ha ricordato che «L’accordo riporta una sola data, settembre 2024, che non mi sembra così urgente» e, rivolgendosi alla maggioranza, «L’apertura al dialogo del presidente Acquaroli. Noi consiglieri (di minoranza, ndr) saremo protagonisti di questo Piano sociosanitario, ma se il vostro atteggiamento sarà del muro contro muro non entrerete neanche nella porta di servizio a discuterne. Evitate di presentare, ogni mese, lo stesso ordine del giorno» e «Diamo il tempo a questa struttura di funzionare».
Vanzolini: «C’è un po’ di differenza, in termini di servizi offerti, tra un palazzetto incompiuto e una sanità incompiuta. Mi domando come le aziende sanitarie possano funzionare meglio della precedente organizzazione se non c’è un piano e se non si parla di servizi. Vediamo ancora carenze, ma non sappiamo come vi si sopperirà». «Il piano socio sanitario doveva essere preceduto dalla legge di riforma regionale, altrimenti è come andare a tentoni» ha aggiunto.
Malandrino: «I lavori dovranno partire a settembre 2024, non mi sembra ci siano tutti questi ritardi. Inoltre il governo sta mettendo in piedi un procedimento legislativo di semplificazione per la realizzazione di questo tipo di strutture, il Dip (Documento Informativo Precontrattuale, ndr) è già partito così come la procedura. Se si vuole un percorso condiviso si portano i documenti in commissione, non si fanno odg pretestuosi».
A. M. Mattioli: «Sarebbe stato bello portare rassicurazioni ai pesaresi che ci interpellano».
L. Lugli: «Stupiscono i toni della discussione: è normale che il Consiglio comunale chieda conto di una cosa così essenziale come il servizio sanitario. Il Governo precedente ha pagato a caro prezzo – con la sconfitta alle elezioni - la politica adottata. Come minimo, si chiede a chi le ha vinte di risolvere il problema, che è stato il primo tema portato in campagna elettorale».
R. Biagiotti ha detto rivolgendosi alla minoranza, «Dov’è l’assessore competente? Possibile non vi venga la voglia di dirgli “sono qui che ti difendo, vieni a raccontare cosa vuoi fare”. Non si è visto nessuno né ora, né quando sono stati chiamati. Starei attento nell’essere così certo che quest’assenza passi inosservata».