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mercoledì 14 dicembre 2022

Nuove palazzine al Porto di Pesaro, Della Dora: "Il permesso di costruire era perfettamente valido"

Nuove palazzine al Porto di Pesaro, Della Dora: "Il permesso di costruire era perfettamente valido"

di Ufficio Stampa Comune di Pesaro

Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità la delibera che ottempera alla sentenza del Tar Marche emessa per il ricorso presentato dalla società Nova Portum s.r.l. per accertare l’illegittimità del silenzio del Comune sull’istanza presentata dalla stessa, e «con cui ha posto due richieste: l’atto di interpretazione autentica in ordine alla vigenza del PRG 1990 nell’area Portuale; l’atto urbanistico di correzione materiale consistente nello stralcio del comma 4 dell’art. 4.2.2.4 delle N.T.A. del PRG 2003, che il Comune aveva già manifestato e scritto si trattasse errore materiale» come ha spiegato l’assessora alla Rapidità Mila Della Dora, che ha aggiunto: «Il Tar ha dichiarato che il ricorso di Nova Portum era inammissibile per la parte dell'interpretazione autentica; ha accolto invece il ricorso attinente l’altra, invitando il Comune a predisporre e a portare all'approvazione del Consiglio comunale, entro 30 giorni, la variante concernente l’eliminazione del comma 4 dell’art. 4.2.2.4 delle N.T.A. del vigente PRG, nel punto in cui si legge: “Nell’ambito del P.N. 4.1 (Porto) le destinazioni d’uso insediabili dovranno essere correlate con le attività della cantieristica navale ed alla marineria in genere”». Un comma presente, come sottolineato da Della Dora, per un errore materiale «dovuto al mancato stralcio dello stesso paragrafo per mera dimenticanza». «Ribadiamo che il permesso di costruire era perfettamente valido e che non c’è alcun danno: la ditta avrebbe potuto riprendere i lavori». L’assessore ha anche sottolineato che, «Quando l’Amministrazione ha iniziato a redigere la documentazione per ricostruire i fatti, ha più vote dichiarato che il mantenimento del comma in questione fosse un refuso» e che «non è stato corretto perché previsto da una norma inserita nel subsistema P1 (che riguarda le aree produttive) quindi attinente a un contesto diverso da quello in questione».  

Per l’ingegnere Moretti, del Comune, la delibera in oggetto, «rientra nell’area di una sentenza amministrativa che impone al Consiglio comunale di correggere il refuso presente all’interno del Prg». 

Redaelli ha sottolineato che le «Motivazioni che portano alla condanna del Comune sono di natura e di responsabilità politica. Nella sentenza del Tar viene citata una “situazione di incertezza”» che potrebbe avere, per il consigliere, una «Portata dirompente perché il problema viene riconosciuto anche per eventuali terze parti». Redaelli ha detto che è stata una «Volontà politica a portare alla condanna del Tar. Condanna che sottolinea i due tipi di danni derivati dalla scelta dell’Amministrazione: fa perdere qualcosa a un privato che liberamente investe, ottiene permessi e si ritrova danneggiato; quello amministrativo per l’ente che viene anche esposto ai rischi legati ad eventuali richieste risarcitorie». 

Malandrino: «Ci viene chiesto di sanare un errore grave fatto da questa Amministrazione per evitare il rischio di pagare una penale di milioni di euro e che nasce da un refuso legato al Prg del 2003». «Non è ora di rifarlo piuttosto che andare avanti a colpi di varianti?» si è chiesto il consigliere prima di aggiungere: «Il caso nasce da un vizio di base: l’Amministrazione si è avvalsa del silenzio-assenso dell’autorità portuale per l’autorizzazione alla costruzione. È l’ennesima gestione superficiale di una situazione». 

Castellani: «Ricordo che il Comune ha dato subito il permesso a costruire e che, soprattutto, il porto è soggetto a due competenze: quella del Comune e quella dell’autorità portuale. La vera lacuna sta nella necessità di rivedere il Prg del porto che è precedente al 1990». «Stiamo indicando il colpevole sbagliato – ha detto -. Dobbiamo prendere atto che era un refuso e capire che la direzione da dover prendere è solo una: valorizzare l’area che dovrebbe essere strategica anche dal punto di vista turistico». 

«Discutiamo una delibera che ci viene imposta» ha precisato la consigliera Marchionni prima di riportare alcune frasi della sentenza che sottolineano «come l’Amministrazione sia venuta meno al dovere di leale collaborazione con i cittadini citata dal Tar».  

R. Biagiotti: «Errore vero sta nella certezza delle procedure Amministrative. Il Comune ha rilasciato una concessione edilizia e metter mano in corso d’opera sarebbe stato sbagliato». 

«Ho sempre votato contro questo intervento perché inidoneo per quell’area» ha detto Dallasta prima di aggiungere che il vero oggetto della questione, «Più che un refuso, sono quattro righe molto pesanti con conseguenze che speriamo si risolvano quanto prima». Per il consigliere è necessario rivedere gli strumenti urbanistici: «C’è un Prg del ‘90 che vige in certe zone (come in quella del porto); un Prg del 2000 totalmente inadeguato, tanto che si va avanti a varianti; c’è un Piano del Porto fermo da 20 anni perché il Ministero ha chiesto migliaia di integrazioni. Chi vuole investire a Pesaro è chiaro che si scoraggia».  

(foto da sito web calata52.com)

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