Politica

lunedì 23 giugno 2025

Matteo Ricci sull'ospedale di Fossombrone: "Promesse tradite, sanità allo sbando. È ora di cambiare marcia"

Matteo Ricci sull'ospedale di Fossombrone: "Promesse tradite, sanità allo sbando. È ora di cambiare marcia"

“Cinque anni fa davanti all’ospedale di Fossombrone Meloni e Acquaroli inscenarono una passerella piena di promesse, annunciando la riapertura del presidio ospedaliero. Oggi la realtà ci racconta l’esatto contrario: tagli su tagli, medici e infermieri che mancano, servizi fondamentali che non funzionano”. 

Con queste parole Matteo Ricci, europarlamentare del Partito Democratico e candidato alla presidenza della Regione Marche, è tornato ad attaccare frontalmente la giunta regionale nel corso della tappa fanese del tour “Per tutte le Marche”, che lo ha visto oggi tra Fossombrone, Montefelcino e Cartoceto.

Ricci ha denunciato la situazione critica dell’ospedale forsempronese, sottolineando in particolare l’assenza di servizi essenziali come il punto di primo intervento e la carenza strutturale nella diagnostica: “Ci sono macchinari nuovissimi, come l’ecografo, che vengono spenti nel pomeriggio. Una follia, considerando che oltre 30.000 cittadini aspettano da mesi una chiamata dal CUP. In Emilia-Romagna si fanno esami anche a mezzanotte, qui nelle Marche li si interrompe a fine mattinata”.

Il candidato dem ha sottolineato l’importanza di garantire servizi sanitari efficienti soprattutto nei presidi dell’entroterra, troppo spesso penalizzati rispetto alle aree costiere.

“In strutture come quella di Fossombrone deve essere garantita l’emergenza-urgenza, così come una diagnostica tempestiva. Le liste d’attesa infinite non sono degne di una regione moderna. La sanità pubblica e territoriale va rifinanziata con forza. Servono risorse vere, ma soprattutto servono rappresentanti che abbiano il coraggio di battersi a Roma, non di dire solo 'signorsì' al governo centrale”.

E poi l’affondo finale: “È il momento di cambiare marcia, per cambiare davvero le Marche. I cittadini hanno il diritto di avere risposte, non propaganda”.

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