Politica
martedì 02 marzo 2021
Maruska Palazzi sarà la Garante per i diritti della persona disabile: «Un ruolo fondamentale per la nostra città»

di Gruppo Consiliare Forzapesaroungranbelpo'
Nel consiglio comunale di ieri sera è stato votato all’unanimità il ruolo del Garante per i diritti della persona disabile, una nuova e fondamentale figura per la nostra città necessaria “per segnalare o favorire, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, tutte le iniziative opportune per assicurare la piena promozione e la tutela dei diritti delle persone disabili con particolare attenzione all’integrazione e all’inclusione sociale nonché a contrastare forme di discriminazione diretta o indiretta.”
E’ necessario tenere presente la dimensione multipla dell’accessibilità – spiega Luigi Iacopini presidente della Commissione IV “Politiche sociali, politiche per la famiglia e gli anziani”- che non riguarda soltanto l’ambiente fisico ma anche quello sociale, economico, culturale, la salute, l’istruzione, l’informazione e la comunicazione.
Abbiamo la responsabilità – continua - di impegnare tutti i nostri sforzi per promuovere il pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità. Si richiama con forza:
1. la dichiarazione universale dei diritti umani, la non discriminazione, l’uguaglianza, le pari opportunità, il rispetto dell’identità individuale;
2. e i Diritti Fondamentali alla cura e alla formazione.
Oggi, invece di mettere al centro ciò che non funziona della persona e quindi una disabilità o handicap anche grave, si preferisce valorizzare l’individuo, fornendogli gli strumenti necessari a vivere una vita piena.
Nel 2019 su proposta del nostro gruppo consiliare, sottolinea Tomas Nobili Presidente della Terza commissione “Politiche educative, scuola e Pari Opportunità, il consiglio comunale ha approvato l'adesione alla convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità che dimostra la nostra “visione”, la persona al centro e prima di tutto.
Per la tutela e la difesa di tali diritti si ravvede la necessità di una figura molto motivata, in grado di operare una grande azione educativa, molto più formativa, di promozione culturale, per far crescere una cultura della disabilità in modo che queste questioni non restino semplici eccezioni o materie per chi vive nella condizione di disabilità, ma al contrario diventino questioni sociali fondamentali, capaci di attivare percorsi pedagogici (passateci il termine) di “normalità” che si radichino profondamente nelle coscienze delle persone e nel substrato del tessuto comune, per il bene della comunità e di tutti.
Rivolgere dunque quest’attenzione alla formazione con questa sensibilità all’educazione delle nuove generazioni (partendo dai minori), diventa secondo me opera fondamentale per costruire una cultura della disabilità diffusa, più consapevole, in cui ognuno si senta davvero coinvolto nell’ordinarietà degli eventi e non più nella loro straordinarietà".