Politica

lunedì 23 giugno 2025

Marche Pride, Bernardi e Perugini: "Solidarietà a Bartolomei: l'odio non ha partito, la civiltà nemmeno"

Marche Pride, Bernardi e Perugini: "Solidarietà a Bartolomei: l'odio non ha partito, la civiltà nemmeno"

di Riccardo Bernardi e Marco Perugini consiglieri comunali 

Domenica 22 giugno è stato pubblicato un post vergognoso, carico di insulti e livore, che ha attaccato pubblicamente il consigliere comunale Antonio Bartolomei per la sua partecipazione al Marche Pride svoltosi a Pesaro. 

Un attacco vile, inaccettabile, che si scaglia proprio contro una manifestazione che fa della lotta all’odio e alle discriminazioni la sua bandiera. 

Chi ha scritto quelle parole ha dimostrato di non aver compreso nulla: né il senso del Pride, né il valore del rispetto, né — evidentemente — cosa significhi vivere in una società civile nel 2025.

Antonio Bartolomei è segretario comunale di Forza Italia e segretario provinciale di Forza Italia Giovani. 

Eppure ha scelto di esserci, al Pride. 

Ha scelto di camminare fianco a fianco con persone di ogni orientamento, identità e appartenenza politica. 

In un Paese dove troppo spesso i diritti vengono ancora strumentalizzati come “battaglie di parte”, Bartolomei ha dimostrato che la lotta contro l’odio può — e deve — essere trasversale.

«Da giovane democratico — commenta Riccardo Bernardi — non posso che riconoscere e apprezzare il valore di quel gesto. È una boccata d’ossigeno vedere anche esponenti di Forza Italia schierarsi, finalmente, dalla parte giusta della storia. Non si tratta di “politicamente corretto”, come vorrebbero far credere certi nostalgici dell’intolleranza, ma di civiltà, di diritti, di dignità. Tutte e tutti hanno diritto a essere sé stessi, liberi da insulti e discriminazioni».

«Chi oggi attacca Antonio Bartolomei non insulta solo una persona, ma offende l’intero significato del Pride — aggiunge Marco Perugini (PD) —. Dimostra quanto ancora ci sia da fare e quanto la strada dei diritti sia tutt’altro che conclusa. Ma se l’intento era scoraggiare chi rompe gli schemi e si schiera apertamente per i diritti, hanno ottenuto l’effetto contrario».

Le discriminazioni si vincono solo così: smettendo di contare le tessere di partito e iniziando a contare le persone che scelgono il coraggio. 

E Antonio Bartolomei, in questa occasione, ha avuto più coraggio di tanti che si rifugiano nell’odio travestito da identità politica.

Chi lo insulta si vergogni. 

Chi lo sostiene, continui.

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