Politica

lunedì 17 maggio 2021

Manifestazione pro Palestina, PRC: "Pesaro gemellata con Rafah ma nessun rappresentante locale presente"

Manifestazione pro Palestina, PRC: "Pesaro gemellata con Rafah ma nessun rappresentante locale presente"

di Partito della Rifondazione Comunista - Pesaro

Il popolo palestinese, in questi giorni in particolare, è vittima di attacchi di varia natura da parte del governo di Israele: inasprimento della politica di apartheid nei confronti della popolazione di religione non ebraica, sfratti di famiglie da Gerusalemme Est, bombardamenti anche ad obiettivi civili nella striscia di Gaza, ecc.

Gli attacchi dell’esercito sono il seguito degli attacchi diretti alla popolazione civile palestinese, anche dentro Israele, da parte dell’ultradestra razzista entrata in Parlamento alle ultime elezioni, che recentemente ha scatenato raid squadristici a Gerusalemme al grido di “morte agli arabi”. Se aggiungiamo anche l'accelerazione dell’ebraicizzazione forzata di Gerusalemme Est, la parte palestinese della città, e il trasferimento dell’ambasciata USA da Tel Aviv proprio a Gerusalemme voluto da Donald Trump, abbiamo il quadro completo dello cause dello scatenamento della nuova rivolta di questi giorni, con inevitabilmente coinvolta la popolazione civile di entrambe le parti in causa.

Noi non siamo equidistanti: la vittima è, e oggettivamente resta in quell’area, il popolo palestinese.

Ieri, domenica 16 maggio, a Pesaro centinaia di giovani, studenti e lavoratori, italiani e stranieri, hanno manifestato la loro solidarietà al popolo palestinese. La città di Pesaro è gemellata, solo formalmente, con Rafah, centro palestinese ubicato proprio nella striscia di Gaza, territorio dove in soli 360 km² di superficie sono di fatto recluse 1.760.037 persone. Nessun rappresentante delle istituzioni locali ha ritenuto doveroso portare un saluto formale e nemmeno partecipare silente alla manifestazione; così come scarsa, se non alcuna, eco sui media locali ha avuto la manifestazione stessa, nemmeno dopo la pur rilevante partecipazione democratica dei cittadini. Noi riteniamo che operando in questo modo si continueranno a scavare trincee fra i popoli, ad alimentare e giustificare politiche di apartheid, quindi a negare terra e libertà ad un popolo oppresso.

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