Politica
martedì 27 maggio 2025
Lugli (M5S) critica la proposta di Fratelli d'Italia: "Militari in città? Uno sfregio alla dignità dei pesaresi"

La proposta di Fratelli d’Italia di schierare militari nella stazione ferroviaria, in piazzale Matteotti e al parco Miralfiore accende il dibattito politico a Pesaro.
A intervenire duramente è Lorenzo Lugli, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, che definisce l’ipotesi un “colpo alla dignità della città”.
Secondo Lugli, l’idea di presidiare presunte “zone calde” con l’esercito è fuori luogo e alimenta una narrazione allarmistica che danneggia l’immagine della città e crea un clima di paura artificiale.
Il consigliere contesta apertamente le parole della coordinatrice di FdI, Serena Boresta, che ha parlato di “emergenza sicurezza”: “Pesaro non è in guerra - sottolinea Lugli - non servono caschi blu o forze speciali per pattugliare luoghi di incontro, cultura e sport come il Miralfiore, frequentato ogni giorno da famiglie e cittadini tranquilli”.
I dati parlano chiaro, spiega, e gli ultimi controlli effettuati dalla polizia locale dimostrano che le forze dell’ordine sono presenti e funzionano.
Per Lugli, invocare l’intervento dei militari di fronte a episodi di microcriminalità è un’esagerazione inaccettabile: “I militari servono per vere emergenze, non per inscenare crisi inventate”.
La retorica dell’“emergenza sicurezza”, secondo il M5S, è solo un espediente per spostare l’attenzione da altri problemi reali: “Si gonfiano episodi isolati per dipingere Pesaro come una città in preda al caos, ma chi ci vive sa che non è così. Non ci sono bande armate né quartieri invasi dalla delinquenza”.
Nel mirino di Lugli finiscono anche le politiche del governo, accusate di tagliare i servizi pubblici senza affrontare le cause profonde dell’insicurezza.
“Pesaro merita di più: serve investire su illuminazione, videosorveglianza, inclusione sociale e rigenerazione urbana. Non slogan da campagna elettorale, non divise in piazza”, incalza.
Il rischio, secondo il consigliere, è che la presenza militare contribuisca a costruire una narrazione tossica e ansiogena, controproducente per la coesione sociale e per l’attrattività della città.
“Pesaro non è una città da occupare, ma da valorizzare - conclude -. Chi vuole davvero difenderla inizi a rispettarla, smettendo di strumentalizzarla. La sicurezza vera si costruisce con lavoro, cultura e servizi, non trasformando una piazza in una caserma. I cittadini hanno bisogno di soluzioni vere, non di scenografie di paura”.