Gruppo consiliare Prima c’è Pesaro - Fratelli d’Italia
Sin dalla presentazione del Regolamento disciplinante le tipologie di Referendum, approvato in Consiglio Comunale in fretta e furia qualche me fa, esprimevamo tutte le nostre perplessità nel metodo e nel merito con cui il referendum è stato promosso.
Ci venne presentata una modifica al testo del Regolamento comunale con cui si permetteva l'indizione del referendum con delibera a maggioranza semplice venendo così meno alle elementari regole di condivisone su un argomento, come quello del referendum per incorporazione che non richiede nemmeno un quorum.
Nessuno stupore visto il modus operandi di questa maggioranza nei primi mesi di legislatura: più la proposta di delibera riguarda tematiche complesse e articolate meno tempo viene concesso ai commissari della commissione competente per studiare il materiale e l’argomento in oggetto, rendendo così impossibile proporre contenuti da integrare e dare il proprio contributo.
Possiamo credere al fatto che non sempre gli uffici sono messi in condizione di predisporre con maggiore preavviso la documentazione, ma dopo che tale comportamento si è palesato come consuetudine, non ci resta che pensare che tale comportamento sia frutto di una scelta consapevole.
E la corsa contro il tempo per l'indizione del referendum per incorporazione con il Comune di Monteciccardo, ne è l'ennesimo esempio.
La proposta di delibera per l’indizione del referendum è stata trasmessa ai commissari competenti a pochi giorni dal Consiglio Comunale e, se non fosse stato per esplicita richiesta da parte del Consigliere Baiocchi, nessuno avrebbe ricevuto nemmeno lo studio di fattibilità, ovvero il documento tecnico - politico nelle quali sono indicate le motivazioni di tale scelta.
Già in commissione avevamo espresso tutti i nostri dubbi sul testo che sarebbe stato discusso in consiglio e sull'impossibilità di emendare il testo della delibera in oggetto visto che la semplice modifica avrebbe reso necessaria una nuova raccolta di firme da parte dei cittadini di Monteciccardo.
Dopo una rapida analisi ci siamo subito accorti della grave superficialità con cui era stato condotto e redatto lo studio di fattibilità sulla fusione da parte dell’amministrazione comunale.
Lo studio infatti non ha in alcun modo analizzato la parte finanziaria relativa alla situazione economico -patrimoniale dell'Ente incorporato, mancanza così grave da rendere impossibile il voto favorevole alla delibera. Ancora oggi ci chiediamo come, i consiglieri che hanno votato a favore, abbiano potuto valutare l'opportunità economica e politica di una fusione senza aver potuto analizzare nello studio di fattibilità la posizione debitoria del Comune di Monteciccardo ed in particolare una comparazione chiara delle spese di struttura, una seria analisi della tassazione locale, uno studio sulla dotazione organica del Comune di Monteciccardo, una simulazione finanziaria della nuova municipalità.
Riteniamo inoltre che pensare di convocare, almeno in commissione se non addirittura in Consiglio Comunale, il commissario Prefettizio così da fornire ai consiglieri tutti gli strumenti per un’analisi più chiara della reale situazione dei bilanci del comune di Monteciccardo, sarebbe stata non solo una scelta opportuna ma anche un atto di profonda trasparenza agli occhi dei cittadini pesaresi.
E invece, ad ogni richiesta di chiarimento, la giunta, i consiglieri di maggioranza e i nuovi compagni 5 Stelle, rispondono che per i prossimi dieci anni il Comune di Pesaro, nei limiti degli stanziamenti che verranno effettuati, potrà ricevere dallo stato fino a due milioni di euro come contribuzione per aver effettuato la fusione.
Quindi tali somme, che chiaramente ci auguriamo vengano elargite dallo stato al nuovo Comune costituito, sono legate all'entità degli stanziamenti e alle richieste di fusione formulate e qualora le richieste formulate risultino superiori al fondo stanziato, viene data priorità alle fusioni più anziane.
Ora, è ormai acclarato che il Comune di Monteciccardo si trovi in una grave situazione finanziaria e lungi da noi esprimere giudizi su quale amministrazione risulta essere responsabile di tale situazione, tuttavia, non avere a pochi giorni dal referendum una idea precisa della posizione debitoria del Comune che si andrà ad incorporare, riteniamo sia davvero irrispettoso nei confronti dei cittadini pesaresi.
Non possiamo avallare questo salto nel buio giustificato solamente dalla esigenza, giustificata dalla recente approvazione del nostro bilancio, di avere soldi freschi da poter utilizzare.
Scordiamoci il "vogliamoci bene"del nostro Sindaco e la sua disponibilità a "salvare"un Comune in difficoltà: l’interesse di Ricci è meramente economico e non ha nulla a che vedere con la solidarietà. Se fossimo stati messi nella condizione di poter contribuire a questo progetto, se avessimo avuto modo di giustificare ai nostri elettori tale scelta, grazie ad uno studio serio ed approfondito, e non da un fascicolo di 15 pagine copiate di sana pianta dal Comune di Senigallia nel progetto di fusione con il Comune di Morro d'Alba, nel quale è stata omessa, volutamente, tutta la parte economica e finanziaria essenziale per una corretta valutazione economica e politica, avremmo probabilmente optato per una scelta diversa.
Siamo convinti che lo strumento del Referendum sia forse la più alta forma di democrazia, tuttavia per poter votare coscientemente il cittadino deve essere messo nella condizione di conoscere cosa vota sopratutto se, come in questo caso, non è richiesto nemmeno un quorum.
Ora la parola al popolo che alla fine ha sempre ragione.
Nicola Baiocchi
Giulia Marchionni
Emanuele Gambini