Politica

venerdì 07 luglio 2023

Il Senato ha deciso di fermare il taglio dei vitalizi

Il Senato ha deciso di fermare il taglio dei vitalizi

di Il Messaggero

Il Senato ha deciso di fermare il taglio dei vitalizi imposto nel 2018. Una misura che prevedeva che l'assegno fosse calcolato con il metodo contributivo (quanto effettivamente versato) e non più retributivo (lo stipendio da parlamentare). Il 5 luglio scorso, invece, il Consiglio di garanzia - la Corte d'appello per i contenziosi interni al Senato - ha deciso la cancellazione di quella delibera «a far data dal 13 ottobre 2022».

Una decisione che arriva peraltro sul filo del rasoio: i componenti del Consiglio di garanzia sono ancora quelli della scorsa legislatura. La riunione del 5 luglio era l'ultima in programma prima dell'insediamento dei loro sostituti. 

La replica

«La delibera del 2018 era strampalata e lo dicono sia il presidente dell'Inps che un parere del Consiglio di Stato», replica però al Messaggero Luigi Vitali, presidente uscente del Consiglio di garanzia ed ex senatore di Forza Italia. «Il presidente dell'Inps - continua Vitali - dice che c'è spesa storica pesante, ma anche che la Camera non ha dato elementi oggettivi per dire che i tagli sono corretti» con l'effetto di «colpire alla cieca con riduzioni anche del 60 o 70 per cento».

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In sostanza, «l'età da prendere in considerazione non può essere quella in cui il parlamentare prende il vitalizio ma quella successiva alla sentenza del 13 ottobre 2022». Quello che abbiamo detto è che poi «se c'è voglia di fare una caccia alle streghe si faccia una legge giusta, togliendo la competenza dell'autodochia (autonomia decisionale interna su queste materie, ndr), per cui i parlamentari rispondono alle direttive di partito e non alla propria coscienza. Invece così chi si sente leso si potrà rivolgere a un giudice ordinario».

La storia

Nel 2018, entrambe le Camere approvarono il taglio dei vitalizi agli ex parlamentari. Ma la questione è tornata più volte nel corso degli anni, fino ad arrivare al "caso Formigoni": l'ex presidente della Lombardia, cui era stato tolto l'assegno dopo la condanna in via definitiva per corruzione, si oppose chiedendone la restituzione e nel 2021 la ottenne.

Con il nuovo metodo di calcolo, il risparmio per Palazzo Madama è di circa 40 milioni di euro all'anno. A beneficiare del nuovo regime saranno circa 850 ex senatori e, in virtù del principio di reversibilità, circa 440 familiari di senatori scomparsi. La domanda è vedere ora cosa farà la Camera.


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