Politica

venerdì 13 dicembre 2024

Il distacco tra Partito Democratico e Fratelli d'Italia è sceso sotto il 5%, non succedeva da inizio estate

Il distacco tra Partito Democratico e Fratelli d'Italia è sceso sotto il 5%, non succedeva da inizio estate

di AGI

Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, si iniziano (finalmente) a intravedere del movimento negli orientamenti di voto degli italiani

Nella Supermedia di oggi, infatti, ci troviamo di fronte a due tendenze opposte e che – se messe nella prospettiva dell’ultimo mese – non sembrano ascrivibili a banali oscillazioni statistiche. 

La prima tendenza è il calo di Fratelli d’Italia: un calo non eccessivo (da 29% a 28,5%), parliamo di mezzo punto in due settimane, che però diventa di un punto esatto rispetto a un mese fa; soprattutto, è il dato più basso fatto registrare da FDI dalle elezioni europee di giugno.

L’altra tendenza, di segno opposto, riguarda il Partito Democratico

Il 23,6% odierno significa una crescita – anche qui – di un punto esatto rispetto a quello di 6 settimane fa, nonché il miglior dato dei democratici da fine luglio. 

L’insieme di queste due tendenze di segno opposto fa sì che tra i primi due partiti vi sia a oggi un distacco inferiore ai 5 punti – anche questa una circostanza che non si verificava dall’inizio dell’estate, all’indomani del voto europeo.

Altro elemento interessante è il fatto che sia la crescita del PD che il calo di FDI avvengono senza essere "compensati" da variazioni di segno opposto tra i partiti alleati: da un lato, infatti, Forza Italia e Lega restano stabili (e molto, molto vicini); dall’altro, anche le variazioni tra gli altri partiti di opposizione sono minime. Questo fa sì che sul piano dei rapporti di forza tra le aree/coalizioni di centrodestra e centrosinistra (e ancor più tra centrodestra e un ipotetico "campo largo") sia un po' più equilibrato rispetto a quanto visto nel recente passato. A oggi, mettendo insieme tutte le forze di opposizione (dal PD al M5S, da AVS all’ex Terzo polo), queste supererebbero il centrodestra di circa un punto e mezzo.

Dunque, la tendenza che sembra emergere è – sia pur leggermente – sfavorevole a FDI (e alla maggioranza di centrodestra) e favorevole al PD (e alle forze di opposizione). Ma cosa può aver innescato questa dinamica? Se guardiamo alle maggiori vicende di politica internazionale, sembra che il Governo Meloni possa dirsi piuttosto soddisfatto: la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi, e il ruolo giocato da Elon Musk – che con la premier italiana ha un ottimo rapporto; la nomina di Raffaele Fitto, fedelissimo di Meloni, alla vicepresidenza della nuova Commissione UE, dopo un lungo braccio di ferro tra le forze politiche europee; l’instabilità dei governi di Francia e Germania, che ha reso quello italiano l’esecutivo più stabile tra quelli dei grandi paesi UE. Ma è sul piano interno che le vicende recenti hanno portato alla ribalta questioni che potrebbero aver scalfito i consensi del centrodestra.

Una sconfitta per il Governo è certamente la decisione della Corte costituzionale, che ha bocciato ampie parti della legge sull’autonomia differenziata; una legge, peraltro, molto poco apprezzata dagli italiani: secondo Demos, se un anno fa il 50% degli elettori giudicava positivamente questa riforma, a settembre di quest’anno il dato era crollato al 35%. Un’altra questione controversa è quella dei centri per i migranti in Albania: nonostante il giudizio degli italiani sia prevalentemente critico verso le sentenze della magistratura che hanno reso (ad oggi) sostanzialmente inefficace tale iniziativa del Governo, è l’iniziativa stessa a destare più scetticismo che approvazione tra gli elettori. E anche le polemiche suscitate da Elon Musk (che ha detto che i giudici autori delle suddette sentenze “se ne devono andare”) hanno incontrato più ostilità che condivisione da parte degli italiani.

 

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