Politica

giovedì 21 settembre 2023

Ferrovia Fano-Urbino, Biancani: "Dalla Regione nessuna traccia dello studio di fattibilità dopo anni di annunci"

Ferrovia Fano-Urbino, Biancani: "Dalla Regione nessuna traccia dello studio di fattibilità dopo anni di annunci"

di Andrea Biancani consigliere regionale PD

Nelle scorse settimane ho presentato una richiesta formale di accesso agli atti per verificare se la Regione ha ricevuto i risultati, compresi aggiornamenti, dati o qualsiasi altra informazione intermedia, sullo studio di fattibilità per il ripristino della linea ferroviaria Fano-Urbino. La risposta ricevuta dagli uffici regionali è stata che ‘tale studio non è stato formalmente trasmesso alla Regione Marche’. Non è strano? Forse Rfi lo tiene nascosto e sepolto nei suoi cassetti? Il fatto che dopo quattro anni non sia stata comunicata neppure una riga in merito è quanto meno anomalo. La prassi vorrebbe che Rfi lo invii alla Regione, o quanto meno che l’amministrazione regionale ne solleciti la trasmissione, visto che ormai da anni esponenti dell’esecutivo hanno citano lo studio, assicurando l’esistenza materiale del documento. Le ipotesi sono due, o la Regione non è più interessata allo studio perché non vuole dare seguito al progetto, o i risultati non sono quelli sperati, confermando tutte le nostre perplessità e preoccupazioni. Questo studio tecnico-economico è stato commissionato nel 2019 dal Ministero a Rfi e la sua conclusione era stata più volte annunciata, fino alla consegna ultima prevista nel maggio 2021. Già nella risposta alla mia ultima interrogazione, risalente a gennaio, era emerso che dopo quasi 4 anni lo studio non era ancora pronto, né c’erano certezze sulla data della sua disponibilità. Questo studio è costato al Ministero 1 milione di euro, al quale si è aggiunto un ulteriore investimento della Regione di 350mila euro per chiedere a Rfi una verifica sul ripristino del traffico commerciale, oltre che quello turistico. La stessa immobilità si registra sul fronte delle risorse per l’eventuale riattivazione. Nel contratto di programma 2022-2026 tra Ministero e Rete ferrovie Italia non sono infatti previsti fondi per la Fano-Urbino, così come non ci sono impegni nel bilancio regionale. Come consigliere regionale, gli strumenti a mia disposizione per verificare i fatti sono le interrogazioni e le richieste di accesso agli atti. In entrambi i casi dello studio nessuna traccia. E nonostante tutto questo, si continua a raccontare la favola del ritorno della ferrovia, addirittura commerciale, sul vecchio tracciato. Di fatto, la Giunta regionale, senza alcuna garanzia sul ripristino e in assenza dello studio, ha cestinato in fretta e furia il progetto della ciclabile lungo i binari, scegliendo di investire in un tracciato di ciclovia tra Fano e Urbino più impattante e costoso.

Il precedente progetto aveva un costo ridotto e necessitava di pochi espropri, senza togliere porzioni di proprietà ai privati. Eravamo arrivati ad un passo dalla svolta con un’idea sostenibile, una pista ciclo-pedonale compatibile con l’attivazione di un eventuale treno turistico, o con un mezzo elettrico in grado di collegare Fano con la sua vallata, fino al centro di Urbino. Resta la domanda legittima sulla ragione per cui a distanza di 4 anni Rete ferrovia Italia non abbia ancora trasmesso questo studio già finanziato da Ministero e Regione. Mi sorge il dubbio se la stessa Rfi non abbia più interesse alla riattivazione della linea ferroviaria per lo svantaggioso rapporto costi-benefici”.

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