Politica

martedì 24 giugno 2025

Fede (M5S): "Le Marche ferme, serve un piano strategico. Basta propaganda"

Fede (M5S): "Le Marche ferme, serve un piano strategico. Basta propaganda"

«Il rapporto annuale di Banca d’Italia conferma ciò che il Movimento 5 Stelle denuncia da tempo: le Marche sono in stagnazione economica, e servono risposte concrete, non propaganda». 

A parlare è Giorgio Fede, deputato del M5S, che interviene dopo la diffusione dei dati economici 2024 sulla regione.

Pil sotto la media, industria in frenata

Il quadro tracciato dall’istituto centrale è chiaro: il Pil marchigiano cresce meno della media nazionale, la produzione industriale è ancora in calo e le esportazioni rallentano, colpendo soprattutto le piccole imprese e quelle più orientate ai mercati esteri. «Un contesto – spiega Fede – in cui dominano l’incertezza e la sfiducia, e che frena investimenti e occupazione».

Il turismo tiene, ma non basta

Unica nota positiva è la tenuta del comparto servizi, in particolare il turismo, che secondo Bankitalia ha mostrato buoni livelli di presenze. Ma Fede avverte: «Non basta a compensare le difficoltà strutturali. Le Marche non possono permettersi di vivere di rendita su un solo settore».

“Serve un piano strategico per l’industria”

Per il parlamentare pentastellato, la ricetta è chiara: «Servono investimenti pubblici mirati, incentivi all’innovazione e un piano strategico per rilanciare l’industria marchigiana. Le imprese più fragili devono essere sostenute concretamente, e occorre intervenire anche sul fronte del credito, oggi in calo, con strumenti efficaci per facilitarne l’accesso».

Critiche alla giunta regionale

Fede non risparmia critiche al governo regionale guidato da Francesco Acquaroli: «È evidente la mancanza di visione strategica. Mentre le imprese combattono per sopravvivere e i numeri raccontano una crisi strutturale, la giunta continua a proporre una narrazione scollegata dalla realtà. Le Marche meritano molto di più».

Il messaggio finale è netto: «Non possiamo permetterci di restare immobili mentre il sistema produttivo perde competitività. È tempo di agire, con serietà e lungimiranza».

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