Politica
venerdì 23 maggio 2025
Entroterra marchigiano in crisi: CNA Pesaro e Urbino rilancia l'allarme sullo spopolamento

Vivere nelle aree interne delle Marche è sempre più difficile.
A lanciare l’allarme è la CNA di Pesaro e Urbino, che nel corso dell’assemblea congressuale svoltasi a Cagli - nella sede dell’Unione Montana del Catria e Nerone - ha presentato uno studio del proprio Centro studi che fotografa con chiarezza un fenomeno ormai strutturale: lo spopolamento e il progressivo smantellamento di servizi essenziali come sanità, scuola, trasporti e presìdi sociali e creditizi.
Il territorio analizzato comprende dieci comuni dell’entroterra - Acqualagna, Apecchio, Cagli, Cantiano, Frontone, Pergola, Piobbico, Sassoferrato e Serra Sant’Abbondio - tutti accomunati da un declino demografico e da una crescente difficoltà nel garantire una qualità della vita dignitosa.
“Fare impresa qui è un atto eroico”, ha sottolineato la CNA, che ha scelto simbolicamente di tenere l’incontro in una delle sedi strategiche del progetto nazionale per le Aree interne (SNAI), ribadendo la volontà di mettere queste zone al centro del dibattito politico.
La voce dei sindaci, come quella di Alessandro Piccini (Cantiano) e Alberto Alessandri (Cagli), ha evidenziato la necessità urgente di una strategia concreta per il rilancio: adeguamento delle infrastrutture viarie - in particolare la SS3 Flaminia e la Contessa - il mantenimento di servizi sanitari minimi, trasporti adeguati, sostegno scolastico e misure di defiscalizzazione.
“Vogliamo pari dignità rispetto ai centri urbani”, hanno ribadito i primi cittadini, accogliendo con favore l’iniziativa CNA, definita “una vicinanza concreta e non solo di facciata”.
L’assemblea, coordinata da Fausto Baldarelli e Federica Romiti, ha visto la partecipazione di rappresentanti provinciali e territoriali dell’associazione, tra cui Michele Matteucci, Massimo Vitali e Antonio Bianchini.
A conclusione dei lavori, Lino Conti è stato riconfermato presidente territoriale della CNA.
La CNA chiede ora una visione politica più coraggiosa e di lungo periodo, in grado di valorizzare le potenzialità dell’entroterra marchigiano: qualità della vita, bellezze naturali, tradizioni, cultura e tipicità possono diventare un volano di sviluppo, se supportati da una rete di servizi e infrastrutture adeguate.