Politica
domenica 06 aprile 2025
Dimensionamento scolastico, Paolini: "Accolto il ricorso del Comune di Apecchio, ora la Regione cambi rotta"

Una prima, importante vittoria per il territorio di Apecchio e, più in generale, per le aree interne delle Marche.
Il Tar ha accolto l’istanza cautelare presentata contro la delibera della Regione che prevedeva l’accorpamento dell’Istituto comprensivo Lapi con il Mattei di Acqualagna.
Una decisione che il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, Giuseppe Paolini, definisce «una boccata d’ossigeno» e «la dimostrazione della fondatezza del ricorso presentato dal Comune di Apecchio e sostenuto dalla Provincia».
«Siamo soddisfatti – ha commentato Paolini –. Nei giorni scorsi abbiamo parlato apertamente di “eutanasia delle aree interne” perché ogni taglio ai servizi, in particolare a quelli scolastici, rappresenta un colpo durissimo per territori già fragili. Ora ci aspettiamo atti concreti da parte della Regione per invertire la rotta».
Sulla stessa linea il consigliere provinciale con delega alla Programmazione scolastica Oriano Giovanelli: «Questa ordinanza conferma che le ragioni espresse da Apecchio, così come da Caldarola e Colmurano, erano tutto fuorché velleitarie. L’Upi Marche ha sostenuto con forza questa battaglia, partita da una posizione chiara della Provincia di Pesaro e Urbino».
Giovanelli ha criticato l’atteggiamento della Regione: «Non possiamo accettare che nei documenti ufficiali si affermi che le Province non si siano espresse: la nostra posizione era chiaramente difforme da quella regionale. Il Tar lo evidenzia, richiamando la mancanza di ascolto da parte della Regione. Speriamo ora in un cambio di approccio, con un confronto vero tra Regione, Province e Comuni».
Secondo la Provincia, il rischio concreto di una razionalizzazione scolastica troppo rigida è quello di contribuire ulteriormente allo spopolamento delle zone interne, andando in direzione opposta rispetto agli obiettivi dichiarati di tutela e valorizzazione.
L’ordinanza del Tar rappresenta dunque un punto fermo, ma la battaglia per il mantenimento dei servizi nei territori più vulnerabili delle Marche è tutt’altro che conclusa.