Politica
venerdì 30 agosto 2024
Comune di Terre Roveresche: "Scoperto un terreno acquistato dal Comune di Barchi ma non c'è il rogito"

di Comune di Terre Roveresche
Il Comune di Barchi (dal 2017 Municipio di Terre Roveresche) nel 2008 ha stabilito, con delibera di consiglio n. 40 del 30 settembre, l’acquisto di un terreno tra via Bartevecchia e la Sp Mondaviese, valutato dall’allora responsabile dell’ufficio tecnico 5 euro al mq, e con due tranche successive, una del maggio 2009 di 30mila euro e l’altra del marzo 2012 di 8.080 euro, ha pagato interamente le parti venditrici, senza però diventarne mai proprietario, perché mai è stato stipulato il rogito notarile. Peraltro, quel terreno, che nelle motivazioni della delibera sarebbe dovuto servire per costruire una scuola, era ed è inedificabile.
Tale situazione, vale a dire il pagamento di un’area mai diventata di proprietà comunale, con conseguente, rilevante, danno economico per le casse del Comune di Barchi prima e di Terre Roveresche poi, è emersa a seguito di una verifica nell’inventario dell’Ente e tramite ispezioni alla conservatoria dei registri immobiliari, dai quali il bene risulta ancora inequivocabilmente intestato a quelle che dovevano essere le parti venditrici.
Di fronte alla necessità di sanare questa condizione, e venuta meno da oltre un decennio l’esigenza di costruire una nuova scuola a Barchi, abbiamo portato all’ordine del giorno della seduta consigliare dell’8 luglio 2024 l’atto di revoca della delibera del Comune di Barchi n. 40/2008, necessario per procedere al recupero delle somme versate. Nei confronti di tale atto, adottato a maggioranza (con l’astensione del consigliere Luciano Barbetta), il consigliere Sauro Marcucci, sindaco di Barchi dal maggio 2006 al giugno 2016, ha espresso voto contrario, così come i suoi colleghi del gruppo di minoranza “Condividiamo” presenti: Giacomo Pucci e Matteo Zenobi.
Tra le motivazioni che hanno indotto questa Amministrazione alla revoca della delibera del 2008, oltre al venir meno dell’interesse pubblico di costruire una scuola nel Municipio di Barchi (già evidente nel 2013, quando l’Istituto Comprensivo “Giò Pomodoro” con nota prot. 2043, in riferimento al calo della popolazione scolastica, scriveva all’allora Comune di Barchi: “Stante la recente comunicazione dell’Ufficio VII Ambito Territoriale di Pesaro, si informa l’Ente Comunale che per il prossimo anno scolastico sono state autorizzate solo due pluriclassi, essendo i dati di iscrizione degli alunni pari a tre”), vi è anche la considerazione che il terreno in oggetto, classificato nel PRG fin dal 2001 come zona F2 – verde pubblico, pari a 7.900 metri quadri, è composto da una parte con pendenza superiore al 30% e quindi inedificabile e da una parte con pendenza media del 17% assolutamente non adatta alla realizzazione non solo di una scuola, ma di qualsiasi altro manufatto edilizio. E vi è di più, perché l’inedificabilità di tale terreno era nota già dal 2001, in quanto nelle Norme Tecniche di Attuazione del PRG per la zona in questione era disposto: “Nel settore Nord-Ovest dell’are F2 adiacente alla nuova strada di circonvallazione non potranno essere realizzati volumi edilizi, stante la forte acclività”. Non a caso, il Comune di Barchi, nel 2015, quando era ancora sindaco Marcucci, per la costruzione della palestra oggi denominata ‘Palasimone’ acquistò un altro terreno in via Rafaneto.
Nella seduta dell’8 luglio scorso, prima del voto il consigliere Marcucci ha invitato la maggioranza a riflettere sui rischi patrimoniali legati all’atto di revoca, ma più che di questi ipotetici rischi era ed è doveroso, da parte di amministratori oculati, tener conto dei danni economici già subiti dal Comune di Barchi e successivamente da quello di Terre Roveresche, (e di conseguenza dai rispettivi cittadini) per un esborso di denaro che non ha mai portato alla disponibilità di un bene, peraltro oggetto all’epoca di una valutazione eccessiva.
Ribadita la necessità e la volontà di sanare la situazione, si pongono inevitabilmente alcuni interrogativi: perché per la costruzione di una scuola si individuò proprio quel terreno in forte pendenza e inedificabile per stessa disposizione del Comune di Barchi? Perché nel maggio del 2009 il Comune di Barchi pagò a titolo di anticipo l’ingente somma di 30mila euro, che corrispondeva quasi all’80% della quota totale? Com’è possibile che non si sia adempiuto al rogito notarile, e che tale esigenza di legge non sia emersa nel lungo lasso di tempo, di circa tre anni, intercorso tra il versamento del consistente anticipo e la liquidazione del saldo? E perché ora, pur essendo del tutto evidente l’inutilità pubblica di quel terreno e sussistendo i presupposti per la revoca dell’atto che ne stabiliva l’acquisto, l’attuale minoranza ha espresso voto contrario?