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martedì 21 dicembre 2021

Caterpillar Jesi: la multinazionale americana non ritira la procedura di mobilità, a rischio 270 posti di lavoro

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Caterpillar Jesi: la multinazionale americana non ritira la procedura di mobilità, a rischio 270 posti di lavoro

di Ufficio Stampa Fratelli d'Italia Marche

"Le Istituzioni delle Marche, i lavoratori e le parti sociali, non sono disposti a farsi umiliare dall’atteggiamento di netta chiusura della Caterpillar ribadito nell’incontro di questa mattina negli uffici regionali. Bene ha fatto il presidente, Francesco Acquaroli, insieme all’assessore regionale al Lavoro, Stefano Aguzzi, a ribadire forte e chiaro il concetto». 

Questo il commento del capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale, Carlo Ciccioli, rispetto alla vertenza che coinvolge circa 270 dipendenti dello stabilimento di Jesi della multinazionale americana

“Alla riunione eravamo presenti tutti i capigruppo del Consiglio regionale a testimonianza della forte unità di intenti che è stata anche testimoniata dall’approvazione all’unanimità di una risoluzione scaturita dalle mozioni presentate in Aula da Fratelli d’Italia e dal Partito Democratico. Con la risoluzione si impegna la Giunta: ad attivarsi immediatamente all’interno della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per modificare il suddetto Decreto Legge affinché i suoi effetti possano essere applicati in maniera retroattiva e chiederne poi l’immediata approvazione; nelle more, farsi da tramite con il Mise per individuare strumenti di natura economica e finanziaria in grado di salvaguardare i posti di lavoro e il mantenimento delle produzioni in Italia, nello specifico nei territori dello Jesino, anche attraverso l’immediata convocazione di un tavolo di crisi specifico; promuovere azioni di moral suasion nei confronti della multinazionale; di chiedere al Mise di sospendere la procedura di mobilità. Bene, richieste sulle quali siamo certi che sarà massimo l’impegno delle Istituzioni e di ciascuno di noi. L’Amministratore delegato ha confermato che indietro non si torna, un atteggiamento che, secondo la multinazionale, le Marche dovrebbero subire passivamente. Come ha ribadito il Presidente Acquaroli, è inaccettabile. Per rispetto delle 270 famiglie e delle Istituzioni ci si dovrebbe sedere attorno a un tavolo e iniziare una discussione. Non hanno voluto ritirare la procedura di mobilità, dunque pende ancora la spada di Damocle del 23/24 febbraio come termine ultimo per il licenziamento delle maestranze. Speriamo in un ripensamento. Ma da parte nostra - conclude il capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale, Carlo Ciccioli – siamo pronti ad andare avanti. Deve esistere un Piano B e non solo un commissario liquidatore”.

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