Politica
giovedì 19 giugno 2025
Caldo estremo nelle Marche, i sindacati chiedono lo stop ai lavori all'aperto nelle ore più calde

Con l’arrivo dell’ennesima ondata di calore, nelle Marche torna l’allarme per i lavoratori esposti alle alte temperature.
A lanciare l’appello sono Cgil, Cisl e Uil, che chiedono alla Regione Marche di intervenire con un’ordinanza urgente per fermare le attività lavorative all’aperto nelle ore centrali della giornata, quando il rischio per la salute è più elevato.
Particolare preoccupazione riguarda i cantieri edili, i settori agricoli e florovivaistici, dove troppo spesso mancano le tutele minime, come acqua fresca, aree d’ombra o dispositivi di protezione.
“Serve – dichiarano i sindacati – una tutela concreta per la salute dei lavoratori, già duramente messi alla prova da temperature record e da una scarsa attenzione alla sicurezza in questi contesti”.
La proposta è chiara: ripristinare il divieto di lavoro dalle 12.30 alle 16.00, misura già adottata nel 2024, durante le giornate più critiche.
“Il caldo eccessivo – spiegano i rappresentanti delle sigle – unito all’umidità, può causare colpi di calore, disidratazione e scompensi cardiaci, ma anche aumentare il rischio di incidenti sul lavoro a causa del calo della concentrazione”.
Accanto all’intervento della Regione, i sindacati chiedono un coinvolgimento diretto delle aziende: rimodulazione degli orari, confronto strutturato con le rappresentanze sindacali e adozione di misure preventive.
Non solo: si sollecita anche una maggiore attività degli organi ispettivi per verificare il rispetto delle condizioni di sicurezza.
L’obiettivo, in un’estate che si preannuncia tra le più torride degli ultimi anni, è uno solo: impedire che il lavoro sotto il sole diventi un pericolo per la vita stessa dei lavoratori.
Ora la decisione spetta alla Regione, chiamata ad agire in tempi rapidi per garantire un’estate più sicura per tutti.