Politica

venerdì 26 gennaio 2024

Biancani: "No all'impianto fotovoltaico a Villa Fastiggi"

Biancani: "No all'impianto fotovoltaico a Villa Fastiggi"

di Ufficio Stampa Andrea Biancani

“Sono contrario all’impianto fotovoltaico su terreni agricoli di Villa Fastiggi, così come a tutti i progetti di impianti simili in aree che fino ad oggi erano coltivate”. 

Commenta così il Vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Biancani, la notizia di un progetto di realizzazione di un nuovo impianto fotovoltaico. “Stanno arrivando nei Comuni di tutta la Regione tantissime richieste per realizzare questo tipo di progetti, in particolare da quando a livello nazionale è stato stabilito che questo tipo di impianti sono opere “di pubblica utilità, indifferibili e urgenti” e quindi la procedura di approvazione dei progetti può essere semplificata. Una facilitazione che doveva essere bilanciata da linee guida nazionali e da indicazioni regionali su quali fossero le aree idonee e non idonee a tali impianti”. 

“Nelle Marche – ricorda Biancani - avevamo già avuto un periodo di speculazione in cui, approfittando di incentivi nazionali, sono stati realizzati diversi impianti di fotovoltaico a terra, sottraendo terreni fertili all’agricoltura e rovinando il paesaggio. Nel 2010, proprio alla luce di questo fenomeno, la Regione aveva redatto un elenco di siti non idonei, tutelando le aree agricole e frenando la speculazione. Nel 2021, però, è cambiata la normativa nazionale riaprendo la strada a questi impianti. Le nuove norme stabiliscono che le Regioni debbano indicare quali sono le aree idonee per gli impianti di energia rinnovabile, ma sulla base di criteri nazionali che dovevano essere pubblicanti nel 2022 ma non sono mai usciti. Per questo, da oltre un anno, sto sollecitando la Regione, con diversi atti ispettivi, affinché si attivi presso il Governo per avere le linee guida. Come Gruppo del PD in Consiglio regionali, abbiamo anche presentato, ormai da quasi un anno, una proposta di legge regionale, a prima firma del Consigliere Cesetti, per individuare le aree idonee e non idonee, in attesa delle linee guida nazionali che tardano ad arrivare, così come già fatto dal Veneto, ma, incomprensibilmente, questa proposta di legge viene tenuta ferma in Commissione”. 

“Non c’è nessuna contrarietà alla rinnovabili - precisa Biancani - ma solo alle scelte di dove collocare gli impianti. Quella della sostenibilità è la strada giusta e l’energia rinnovabile gioca un ruolo fondamentale nella lotta al cambiamento climatico, ed è importante incentivarla, ma servono delle regole chiare. La Regione Marche deve governare lo sviluppo di questi impianti, non ostacolandone la costruzione, ma fissando delle regole che prediligano gli impianti meno impattanti, dicendo “NO” alla realizzazione di impianti nei terreni agricoli coltivati o coltivabili”. 

“Dovremmo puntare a impianti realizzati sul costruito, utilizzando tetti di edifici agricoli, industriali e residenziali, limitando gli impianti a terra a quei terreni privi di utilizzo agricolo o alle aree urbane compatibili con impianti rialzati, come ad esempio i parcheggi. Abbiamo, nella nostra Regione, decine di migliaia di ettari di superfici occupate da edifici, quindi le aree alternative ai suoli agricoli non mancano di certo. Serve solo la volontà politica di pensare alla sostenibilità ambientale a 360 gradi, perché le scelte che facciamo oggi, sappiamo per certo, che avranno impatti notevoli sul futuro. Pensare ad un consumo di suolo senza regole, anche se è per l’energia rinnovabile, significa non tutelare i terreni agricoli e tutto il valore aggiunto che rappresentano e potranno rappresentare in futuro per i marchigiani, in termini ambientali, economici e di qualità della vita”. 

“Infine - conclude Biancani - è il momento che la Regione si esprima anche contro l’agrivoltaico, tanto sbandierato a livello europeo e nazionale, che è quasi una barzelletta. Si tratta di quegli impianti fotovoltaici collocati su terreni agricoli ma con pali rialzati che consentirebbero la coltivazione sotto i pannelli. Personalmente, però, conoscono poche piante che crescono bene all’ombra, soprattutto tra quelle più coltivate nelle marche, così come conosco pochi mezzi agricoli in grado di passare agevolmente tra filari di pali d’acciaio sotto i pannelli. Mi pare quindi che sia solo una scusa per poter dire che si salvano suolo e agricoltura, quando invece li si impoverisce ugualmente visto che comunque sotto i pannelli non si può fare la stessa agricoltura di prima”.

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