Politica

giovedì 07 luglio 2022

Biancani: "Con la nuova riforma sarà chiusa Marche Nord, la Regione punta a una sanità Ancona-centrica"

Biancani: "Con la nuova riforma sarà chiusa Marche Nord, la Regione punta a una sanità Ancona-centrica"

di Andrea Biancani Vicepresidente Consiglio Regione Marche 

Nella nostra provincia la Regione, per quanto provi a raccontare il contrario, in realtà continua smantellare gli attuali servizi sanitari e a mettere in discussione le eccellenze presenti.

Dopo la chiusura delle guardie mediche, la mancanza di medici sulle ambulanze, la carenza di personale medico per i pronto soccorso, la prevista chiusura del reparto di psichiatria a Pesaro, i continui cambi di idea sul nuovo ospedale, arriva la proposta di legge per abolire l’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Marche Nord, che attualmente gestisce gli ospedali di Pesaro e Fano.

La storia dell’Azienda Ospedaliera parte da lontano quando nel 1993 l’ospedale di Pesaro fu riconosciuto tra quelli ad Alta Specializzazione nazionale successivamente elevato ad Azienda Ospedaliera nel 1995, e nel 2009 si decise di aggregare a quella azienda anche l’Ospedale di Fano. Lo scopo era duplice: costituire reparti di eccellenza attraendo professionisti e contrastare la mobilità passiva, più forte proprio nel Nord delle Marche, grazie a servizi di qualità. 

Va detto che per quanto riguarda la mobilità passiva ancora non si sono visti i risultati sperati, infatti quello che mancava a Marche Nord, per svolgere al meglio la sua missione, era una struttura efficiente e all’avanguardia attesa da tempo. Da qui l’esigenza di costruire un nuovo ospedale. Ora che si stava andando finalmente verso la realizzazione della struttura, si decide invece di chiudere l’Azienda. Qualcuno lo ha definito un livellamento dei servizi tra tutto il territorio, ma non ha specificato che si tratta di un livellamento verso il basso che danneggerà tutta la nostra provincia e l'intera Regione, i suoi abitanti, una sanità che diventa sempre più Ancona-centrica.

A rischio non è solo il destino degli ospedali di Pesaro e Fano, ma anche di Urbino e Pergola, insieme a tutti gli altri presidi del territorio. 

I medici e il personale non ci sono e non si trovano. L’azienda era un elemento di attrazione per gli specialisti che verrà meno, facendo sì che i bandi vadano ancora più deserti di quanto già non accada e addirittura spingendo qualche dipendente a dimettersi per andare altrove. Questo comporterà il rischio di perdere altri professionisti.

Una scelta che creerà una competizione ancora più forte tra i presidi del territorio poiché la stessa azienda provinciale dovrà gestire gli attuali ospedali di Pesaro e Fano, il nuovo ospedale in costruzione, l’ospedale di Urbino, Pergola e gli altri presidi e servizi territoriali, dovendo dividere posti letto, personale e fondi tra tutte le strutture. Visti i costi di gestione delle strutture ospedaliere questo potrebbe togliere risorse ai servizi territoriali che invece hanno bisogno di essere rafforzati.

Considerata la già grave carenza di personale, sarà necessario razionalizzare i reparti e, visto che sarà difficile triplicare o quadruplicare quelli di base, necessari per gli ospedali di primo livello, alcune strutture potrebbero veder chiudere alcuni reparti, abbassarsi il livello, i servizi e la qualità.


In pratica, non solo perdiamo l’Azienda, che poteva rendere l’ospedale di Pesaro e Fano un ospedale superiore ad un primo livello con tanti reparti di alta complessità, ma rischiamo di non avere più nemmeno tre ospedali realmente di primo livello. In molti casi per il personale potrebbe voler dire muoversi da un presidio all’altro, rendendo ancora meno attrattivo lavorare nella nostra provincia.

Mesi fa, quando in Regione si discuteva del futuro dell’ospedale di Pesaro e Fano e come gruppo PD chiedevamo anche la difesa dell’Azienda Ospedaliera, necessaria ad attivare specialità di alta complessità, la maggioranza dichiarò che l’obiettivo della Regione doveva essere il ritorno ad una sanità con le alte specialità concentrate solo su Ancona.

L’abolizione dell’Azienda a Pesaro e Fano va in questa direzione e indebolisce la sanità della provincia di Pesaro e Urbino che nel tempo perderà le eccellenze costruite in anni di lavoro e i nostri cittadini saranno costretti, ancora più di oggi, ad andare in Emilia Romagna e non solo, quando avrebbero potuto avere molti dei servizi anche qui.

La Regione in questi anni ha alimentato uno scontro tra i vari comuni per i servizi sanitari, mascherando quello che era il reale progetto, ovvero chiudere le eccellenze della nostra provincia. 

Mi auguro che si riveda la scelta, che si salvi l’Azienda Marche Nord e il progetto complessivo di aprire nella nostra provincia tutti quei reparti di alta complessità che si potrebbero attivare secondo i criteri nazionali rafforzando tutte quelle specialità e quei servizi territoriali che oggi i cittadini cercano in altre regioni per ridurre la mobilità passiva e le liste d'attesa.


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