Politica
giovedì 24 giugno 2021
Bando regionale per la creazione di nuove imprese, Biancani: "Finanziate solo 11 domande su 95"

di Andrea Biancani, consigliere regionale
Il bando della Regione per il sostegno alla creazione di nuove imprese, rivolto ai cittadini disoccupati dei comuni fuori delle aree di crisi, è stato chiuso già alla prima finestra temporale, delle tre inizialmente previste, a causa dell'esaurimento dei fondi.
Pochi giorni fa sono state pubblicate le graduatorie e mi sono giunte, sia da parte di cittadini che hanno partecipato, sia da parte dei tecnici e consulenti che li hanno aiutati nella stesura dei progetti e nelle compilazione delle domande, non poche segnalazioni su diverse criticità emerse e mancate risposte ai cittadini.
Che le risorse siano state presto esaurite per via dell'altissimo numero di domande non deve stupire, visto l'interesse che può generare un bando come questo, che riconosce contributi regionali fino a 35 mila euro, a fondo perduto, per l'avvio di un'attività.
Il bando poteva contare su appena 2,9 milioni di euro, 1,6 milioni destinato ad attività nei comuni fuori dalle aree di crisi, e altri 1,3 milioni divisi tra progetti negli ITI Urbani e nella SNAI Alto Maceratese. Se si considera che anche il bando della Giunta precedente aveva esaurito i fondi velocemente, pur disponendo di circa 15 milioni, era facilmente prevedibile che le risorse del bando attuale sarebbero finite già alla prima finestra.
Per questo trovo paradossale che, visto che era chiaro già in itinere che le risorse, rispetto alle domande pervenute e valutate, si erano esaurite, si sia continuato ad accettare domande. Si è arrivati ad avere domande per più di 12,7 milioni di euro, quando i fondi ne coprivano meno di 2,9 milioni.
Infatti i disoccupati, in particolare giovani, che hanno partecipato al bando sperando di poterne trarre le risorse necessarie ad avviare una nuova impresa e un progetto di vita, hanno speso tempo e anche risorse, dovendo investire in tecnici e consulenti per definire i progetti. Oggi moltissimi di loro si ritrovano con dei progetti riconosciuti idonei per punteggio ma non finanziabili per scarsità di risorse.
Su oltre 200 domande pervenute dalla provincia di Pesaro e Urbino, sono state finanziate appena 11 domande, di cui 2 con i fondi dell'ITI Pesaro Fano, sul totale di 95 domande che hanno ottenuto un punteggio valido per il finanziamento. 84 progetti quindi non riceveranno il sostegno regionale perchè non ci sono le risorse.
Parlando della nostra provincia i dati evidenziano, oltre ad un problema di risorse, anche un problema legato al sistema di valutazione.
Un ulteriore problema riguarda, infatti, anche le oltre 90 domande che non hanno ottenuto il punteggio minimo di 60 per accedere al finanziamento. Non voglio mettere in dubbio il giudizio della commissione, la quale ha fatto il suo dovere ma partendo da una griglia di valutazione non omogenea, che assegnava 10 punti in più a progetti provenienti da comuni dell'area del sisma. Questo ha fatto sì che nel nostro territorio ci siano stati molti meno progetti finanziati e molti più progetti che non hanno raggiunto il punteggio minimo, rispetto ad altri territori. Infatti la percentuale tra progetti presentanti, approvati e finanziati, nelle aree del sisma risulta notevolmente più alta; un fatto che non può dipendere interamente dalla qualità dei progetti ma su cui hanno influito evidentemente queste condizioni di partenza differenti tra territori.
Queste regole non hanno garantito una competizione alla pari tra i progetti presentanti. Mi auguro che per i prossimi bandi si decidano modalità e regole diverse.
Sono convinto che l'area del terremoto meriti sicuramente un'attenzione particolare ma , con così poche risorse, occorreva studiare modalità diverse. Probabilmente sarebbe stato più opportuno limitare il bando al solo cratere per evitare di generare false aspettative negli altri territori, dove di fatto le persone hanno speso soldi per partecipare ad un bando che li penalizzava. Per il futuro, o si stanziano, come in precedenza, risorse sufficienti a coprire quasi tutte le domande, o si devono prevedere da subito due bandi distinti dove i partecipanti possano competere alla pari.
Nel frattempo mi auguro che la Regione, per dare un segnale di vicinanza ai partecipanti, che sono disoccupati per la maggior parte giovani e donne, si attivi per stanziare altre risorse a copertura delle domande che sono risultate idonee al finanziamento ma non finanziabili, che, ripeto, solo nella nostra provincia sono ben 84. Si tratta di progetti di impresa che possono rappresentare il futuro dei cittadini che li hanno presentanti, dei comuni dove devono essere realizzati e, più in generale, dell'economia del territorio.