Politica
sabato 07 giugno 2025
Baldelli (FdI): "Nessuno crede più alla 'rambla' o alle spillette 'no panico", ridiamo a Pesaro visione e dignità"

di on. Antonio Baldelli deputato di Fratelli d'Italia
Nessuno più crede alla “rambla”, le spillette “no panico” sono state rimesse nel cassetto, “Stella polare” non indica più la “via maestra”.
È arrivata l’ora di restituire a Pesaro una dignità e una visione.
Pesaro non può più permettersi di essere capoluogo dimezzato e depotenziato.
Da oltre trent’anni, la città attende la realizzazione di opere fondamentali come la nuova Questura.
Una necessità strutturale e funzionale per garantire sicurezza, dignità istituzionale e servizi adeguati a una città e a una provincia.
In tutto questo tempo, si sono succeduti solo protocolli annunciati e mai concretizzati, scelte sbagliate, progetti falliti, in un contesto di confusione e assenza di visione amministrativa, che ha toccato l’apice durante i mandati dell’ex sindaco Matteo Ricci.
Via Lamarmora, Villa Fastiggi, via Gagarin, Piazza del Popolo: un caotico percorso a ostacoli, con sedi individuate e poi abbandonate, progetti avviati e mai completati.
La Questura è l’emblema di come anni di “no” ideologici e mancata visione abbiano penalizzato la crescita della città e isolato il capoluogo dal resto della provincia, soprattutto per l’autoreferenzialità dell’ex sindaco Ricci.
Così è accaduto anche con la realizzazione del nuovo ospedale.
Tra algoritmi “cerisciolani” e la sconsiderata guerra del Pd alla Scuola internazionale di Talassemia, si sono persi 50 anni.
E - come se non bastasse - oggi che il pragmatismo della giunta Acquaroli ha permesso di concretizzare un’opera attesa da mezzo secolo, il comune tenta goffamente di bloccare la partenza dei lavori, peraltro dopo aver esortato, per mesi, a “fare presto”.
Si pensi poi allo stadio “Benelli” della Vis Pesaro, simbolo sportivo e identitario della città, lasciato indietro tra annunci e proroghe, senza progettualità serie per il suo rilancio e col rischio concreto che la squadra debba giocare lontano da Pesaro.
Anche qui, ritardi, superficialità, scaricabarile.
Pesaro ha bisogno di voltare pagina.
Di ritrovare la dignità di capoluogo di provincia, oggi oscurata da anni di “no”, rinvii, ripicche ideologiche.
Ha bisogno di ricucire il proprio rapporto col resto della provincia, perché non esiste un capoluogo forte senza un rapporto stretto col territorio.
E così abbiamo iniziato noi a ricucire Pesaro al resto della Provincia.
Lo abbiamo fatto con l’individuazione della sede del nuovo Comando provinciale dei Vigili del fuoco, dopo che il comune aveva perso anni indicando siti non idonei.
Ma anche con lo sblocco dell’iter di realizzazione della nuova Questura.
Iter sbloccato qualche mese fa - al contrario di quanto recentemente affermato da amministratori locali - con l’affidamento della sua progettazione per un milione di euro.
Proprio per questo ho presentato un’interrogazione a MEF e Ministero dell’interno in cui ricostruisco l’assurda annosa vicenda della realizzazione della nuova Questura, chiedendo al governo di rimediare agli errori amministrativi del passato e di ripristinare, in via sussidiaria, quella efficienza amministrativa e visione che a Pesaro sono venute meno da tempo.
Basti pensare che, sulla Questura, tutte le decisioni e i progetti, poi ritrattati o falliti, portano la firma di sindaci del PD.