Politica

sabato 19 aprile 2025

Andreolli: "Biancani e maggioranza come Ponzio Pilato: si lavano le mani e non rispondono alle domande"

Andreolli: "Biancani e maggioranza come Ponzio Pilato: si lavano le mani e non rispondono alle domande"

di Dario Andreolli consigliere Lega del Comune di Pesaro

Il sindaco ha scelto di comportarsi come Ponzio Pilato, rimanendo in silenzio per 4 ore, scrollandosi di dosso ogni responsabilità e rifugiandosi in un “non mi compete”. Una dichiarazione che fotografa perfettamente l’atteggiamento di un primo cittadino che si dichiara concentrato sulla città, ma che non ritiene necessario capire cosa sia successo prima di lui, né tantomeno dare risposte concrete a chi gliele chiede oggi. Una posizione inconcepibile considerato che la struttura amministrativa e la giunta fotocopia sono le stesse della scorsa legisaltura.

La maggioranza, intanto, ha scelto la via del silenzio. Nessuno è entrato nel merito delle questioni poste. Nessuno ha provato a spiegare o a difendere. Nessuno ha preso posizione. Zero risposte su sponsorizzazioni non tracciabili, su conflitti di interessi, sui mancati controlli. E soprattutto, zero assunzioni di responsabilità. Questa maggioranza si conferma incapace di difendere il proprio passato e allo stesso tempo incapace di difendere il proprio sindaco. Biancani è apparso solo, quasi costretto a un silenzio irreale, probabilmente imposto dall’alto. La riprova? L’assenza totale di una mozione unitaria della maggioranza che esprimesse un giudizio chiaro sull’operato precedente o che offrisse una sintesi politica della posizione del centrosinistra.

Ne esce un sindaco indebolito, meno credibile, sostenuto da una giunta impalpabile che ha preferito tacere piuttosto che spiegare. Una maggioranza più preoccupata di evitare problemi che di affrontarli con coraggio. Rimane l’immagine di una politica – quella dell’ex sindaco Ricci, del vicesindaco Vimini e ora di Biancani – che ha scelto scientemente di disinteressarsi della vicenda, lasciando soli i dirigenti e il personale di staff. Ma soprattutto, senza mai sentire il dovere politico e morale di dare spiegazioni per le azioni proprie o di persone che erano sotto la loro diretta responsabilità.

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