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sabato 11 ottobre 2025

Affidopoli, Baldelli (FdI): "Tentativo di intimidazione contro Lanzi, la sinistra teme la verità"

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Affidopoli, Baldelli (FdI): "Tentativo di intimidazione contro Lanzi, la sinistra teme la verità"

Nuovo capitolo nel caso Affidopoli a Pesaro

Dopo le dichiarazioni del Partito Democratico, arriva la replica del deputato di Fratelli d’Italia Antonio Baldelli, che difende il consigliere comunale Marco Lanzi e parla di “grave tentativo di intimidazione nei confronti di un consigliere d’opposizione colpevole solo di aver chiesto chiarezza”.

Secondo Baldelli, le parole di Lanzi sarebbero state “volutamente travisate” dal PD per “spostare l’attenzione dal merito delle questioni” e per “colpire chi non si piega al silenzio”. 

Il deputato evidenzia che il consigliere non avrebbe mai accusato nessuno di aver mentito, ma soltanto sottolineato “la contraddizione tra le dichiarazioni rese in commissione e gli elementi emersi dalle indagini”, che coinvolgerebbero Massimiliano Amadori, ex capo di gabinetto dell’allora sindaco Matteo Ricci.

Baldelli parla di un “atteggiamento intimidatorio” da parte del centrosinistra, che a suo giudizio “conferma quanto la cappa del potere del PD su Pesaro resti ancora soffocante”. 

Secondo il deputato, la recente “sconfitta politica di Matteo Ricci e della sinistra marchigiana” segna la fine di “un sistema di immunità politica che per anni ha governato la città come se le istituzioni non fossero cosa pubblica”.

Il parlamentare annuncia inoltre che tornerà a interpellare i Ministeri dell’Interno e dell’Economia e delle Finanze per chiedere “un approfondimento non solo sul caso Affidopoli, ma anche sulla gestione della Fondazione Pescheria, affinché sia fatta piena luce su fondi, affidamenti e rapporti amministrativi e politici”.

Infine, Baldelli respinge le accuse di incompatibilità mosse al consigliere Lanzi: «Non esiste incompatibilità tra la carica di consigliere comunale e l’attività sindacale di un appartenente alla Polizia di Stato in quiescenza. Le ombre con cui la sinistra tenta di infangare un servitore dello Stato sono il segno del solito metodo diffamatorio».

Il deputato conclude ribadendo il proprio impegno “a combattere la cultura dell’opacità e dell’intimidazione politica” e afferma che “l’epoca del silenzio e delle mancate verità è finita”.

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