Politica
venerdì 30 maggio 2025
Ascoli, Matteo Ricci chiude il tour nei teatri: "In ogni angolo delle Marche si respira voglia di cambiamento"

Una platea gremita ha accolto il candidato alla presidenza della Regione Marche, Matteo Ricci, al Teatro dei Filarmonici di Ascoli Piceno per l’ultima tappa del tour “La Primavera delle Marche”, iniziativa politica che ha attraversato la regione con l’obiettivo di ascoltare territori e rilanciare una visione di cambiamento.
“Il nostro progetto è ambizioso, ma necessario - ha dichiarato Ricci - vogliamo una regione cucita, coesa, sostenibile, attrattiva per i giovani e competitiva in Europa”.
Un percorso che prosegue ora con un secondo tour, ancora più capillare, volto a toccare tutti i 225 comuni e 100 aziende marchigiane.
Ricci sottolinea la necessità di un cambio di passo concreto, sostenuto anche da segnali politici come la recente vittoria del centrosinistra a Osimo con Michela Glorio, “una vittoria tra la gente, che dimostra che il cambiamento è possibile e sta già iniziando”.
Il cuore del progetto è una visione di lungo termine: “Non bastano promesse elettorali - afferma Ricci - serve uno sguardo al 2050. Dobbiamo fondare un nuovo modello di sviluppo basato sulla qualità della vita, sulla coesione sociale e sulla sostenibilità. Le nostre priorità devono essere salute, istruzione, ambiente e aspettativa di vita”.
La sanità pubblica è uno dei nodi centrali denunciati da Ricci, che parla apertamente di crisi strutturale.
“Le liste d’attesa sono lunghissime, la mobilità passiva cresce e sempre più persone rinunciano a curarsi. Senza un investimento pari ad almeno il 7% del PIL, il diritto alle cure non sarà più garantito. Il governo Meloni e la giunta Acquaroli favoriscono il privato, noi invece crediamo in una sanità pubblica integrata. È una differenza culturale profonda”.
Emblematico, secondo Ricci, il caso del pensionato Francesco Migliorelli, rimasto sei giorni al pronto soccorso in attesa di un letto.
“Incontrarlo è stato toccante. Denunciare una protesta pacifica è il segno di un clima di paura. Molti medici e infermieri hanno timore a parlare. È lo stesso clima vissuto il 25 aprile, con Lorenza, identificata per un cartello sulla Liberazione”.
Ma non c’è solo la sanità nel mirino.
Ricci lancia l’allarme sulle aree interne: “Le Marche non sono solo la costa. Se chiude una scuola in montagna, muore una comunità. Per questo proponiamo 30.000 euro a fondo perduto per chi sceglie di vivere nelle zone montane, asili nido e trasporto scolastico gratuiti, e incentivi per i medici di base nei territori disagiati. Servono azioni ora, non fra dieci anni”.
Sulle infrastrutture, Ricci è netto: “Dopo cinque anni, i cantieri dell’autostrada a sud sono ancora fermi. Nulla è stato deciso. I marchigiani pagano l’immobilismo”.
Un altro nodo è l’aeroporto di Falconara, definito “strategico” per il futuro della regione: “Serve un sistema integrato tra gli scali del centro Italia. Non possiamo accontentarci di cinque voli vuoti al giorno”.
Guardando alla transizione economica, Ricci rilancia l’industria come asse portante dello sviluppo: “Senza manifattura, la regione si spegne. Proponiamo un hub per l’intelligenza artificiale applicata all’industria, a servizio delle PMI. I tre pilastri della nostra economia sono chiari: intelligenza artificiale, economia verde e manifattura 4.0”.
Anche l’agricoltura, secondo Ricci, merita attenzione: “Gli agricoltori sono stati abbandonati. I mercati sono bloccati, i prezzi troppo bassi e i costi alle stelle. Serve un piano concreto per l’export e per valorizzare i prodotti marchigiani nel mondo”.
“In ogni angolo delle Marche ho respirato una voglia enorme di cambiamento - conclude Ricci - le persone chiedono ascolto, rispetto, concretezza. Ed è esattamente ciò che porteremo con noi”.