Cultura

lunedì 15 maggio 2023

Quella volta che Angelo Branduardi aprì un concerto (di sei minuti) di Lou Reed

Quella volta che Angelo Branduardi aprì un concerto (di sei minuti) di Lou Reed

Angelo Branduardi arriva a Pesaro con Confessioni di un Malandrino: l'appuntamento è per il 19 maggio alle 21 al Teatro Sperimentale. Cantastorie e compositore formidabile, Branduardi ha fatto la storia della musica in Italia, con il suo stile barocco ricco di influenze musicali di luoghi e tempi lontani. Qui presenta i suoi brani più celebri accanto ad alcune delle sue composizioni più rare, in duo con il polistrumentista Fabio Valdemarin.

I biglietti, pochissimi rimasti, si possono acquistare online su vivaticket.com al link: https://bit.ly/3pkY62x o presso Teatro Sperimentale Pesaro.

dalla pagina Facebook di Angelo Branduardi e Milano Scomparsa

Il 13 febbraio 1975 arrivò a Milano il cantante newyorchese Lou Reed, già leader dei Velvet Underground. Si tratta del primo concerto di Reed a Milano e si doveva svolgere al PalaLido di piazzale Stuparich. Il concerto venne organizzato da David Zard, impresario che già da alcuni anni portava in Italia i più famosi cantanti e gruppi nordamericani.

Ad esibirsi, prima di Reed, sarebbero stati Angelo Branduardi e gli String Driven Thing, gruppo di folk scozzese; nel tardo pomeriggio iniziarono ad accalcarsi migliaia di giovani fuori dal palazzetto e all'apertura dei cancelli, alle 20:30, entrarono oltre 3.000 persone che avevano acquistato i biglietti. Altrettante, sprovviste di biglietto, restarono fuori.

Tra la folla giravano ragazzi legate alla rivista Re Nudo che distribuivano fogli che invitavano a boicottare il concerto e accusavano l'organizzatore, David Zard, di essere un ebreo israeliano, già torturatore al servizio di Moshe Dayan, il generale e ministro della Difesa della Guerra dei Sei Giorni del 1967 e quella del Kippur del 1973. David Zard era italiano, nato in Libia nel 1943 e nemmeno aveva svolto il servizio militare...

Alle 21 gli oltre 3.000 spettatori fuori dal PalaLido sfondarono le recinzioni e gli ingressi, entrando a migliaia senza biglietto, riempiendo il campo di gioco, già affollato dai paganti e riempiendo poi le tribune, ben oltre la capienza. La polizia decise di non intervenire per non peggiorare la situazione. Erano presenti tutti i maggiori capi dei movimenti studenteschi milanesi.

Branduardi iniziò a suonare e terminò in tranquillità la sua ora di concerto. Salirono poi sul palco i cantanti scozzesi, che dopo pochi minuti vennero fatti oggetto di lanci di sassi, lattine piene, bulloni, chiodi, sacchi pieni di liquidi di origine ambigua. Il lancio di oggetti proveniva dalla tribuna alle spalle del palco, dove si erano radunati circa un centinaio di "situazionisti", gli stessi che distribuivano il delirante volantino contro Zard.

I membri degli String Driven Thing fuggirono giù dal palco e prontamente vi salirono una sessantina di altri "situazionisti", che devastarono la strumentazione musicale e gli amplificatori. Uno di loro lesse poi un comunicato, sotto una bordata di fischi da parte del pubblico pagante, che voleva vedere il concerto. Le cose peggiorarono quando alcune decine di spettatori assalirono i "situazionisti", che vennero malmenati brutalmente, salvo tirar fuori spranghe e bastoni e ferire abbastanza gravemente alla testa due giovani.

Zard, coraggiosamente, salì sul palco, sotto gli insulti dei "situazionisti", che decisero di processarlo sul palco! Zard si oppose e si offrì come ostaggio, a patto che i "situazionisti" liberassero il palco e permettessero di suonare a Lou Reed.

Alla fine venne raggiunto un accordo, i tecnici salirono sul palco e sostituirono tutta la strumentazione danneggiata e, alle 23:30, salì Lou Reed, assieme all'ex Velvet Underground Doug Yule; Reed era probabilmente nel periodo peggiore della sua vita, sotto l'aspetto della tossicodipendenza, praticamente uno zombie.

Il concerto iniziò con Sweet Jane, tra il tripudio della folla, terminata la quale iniziò Coney Island Baby, ma dopo pochi secondi dalle tribune occupate dai situazionisti iniziarono a piovere ancora sampietrini, biglie, bulloni, lattine e bottiglie piene. Il concerto venne interrotto, Lou Reed disse al tecnico delle luci di illuminare gli spalti da dove arrivavano gli oggetti e inveì per alcuni secondi contro i "situazionisti", chiamandoli, giustamente, "fascisti" e poi se ne andò.

Un "situazionista" salì sul palco e al microfono disse "Liberate la vostra creatività repressa. La musica ai non musicisti. Abbiamo conquistato lo spettacolo". La folla assaltò il palco e il "situazionista" venne quasi linciato. Gli altri fuggirono, aprendosi la strada a colpi di spranghe e bastoni.

Nessuno venne arrestato. Il concerto era durato in tutto sei minuti.

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