Liquida è un viaggio introspettivo nel mondo di Levi

di Luca Petinari

La musica come espressione esteriore ma anche come ricerca dell'io: è con questa frase che potremmo riassumere l'opera prima di Levi (stilizzato anche in levi), al secolo Damiano Simoncini, intitolata Liquida.

Damiano è un artista pesarese noto alla scena locale così come a quella nazionale per i lavori effettuati con Damien* e Versailles, ma anche per le collaborazioni con Young Wrists, Maria Antonietta e Cristallo tra le varie. Questo nuovo progetto affronta un nuovo modo di intendere e concepire la sua visione della musica, vissuta sempre dietro le pelli di una batteria o di un synth. Con Levi arriva lo step verso la produzione homemade di matrice elettronica/ambient.

L'approccio utilizzato nella produzione ricorda un po' quello dei primi compositori tedeschi di kosmische musik i quali, alle prime armi in quanto pionieri, avevano un aspetto quasi ludico nella composizione. Un po' come un bambino con un giocattolo nuovo tutto da scoprire. Su questo stesso spirito ludico Levi ha incentrato un viaggio di esplorazione che fosse più introspettivo che verso una ricerca musicale.

L'album si muove per circa 30 minuti su sonorità sospese - liquide, appunto, se vogliamo. C'è ambient, noise, ma anche un richiamo alla techno più oscura (Dusk/Dawn, che funge un po' da punto di appiglio in un mare di suoni), con voci rarefatte e angeliche che cercano di emergere. I riferimenti sono più che udibili e per niente mascherati: la sinestesia nostalgica di Oneohtrix Point Never, gli echi oscuri di Andy Stott ma anche qualche accenno alla pointilistic music di Lorenzo Senni.

La sincerità con la quale Levi non nasconde queste sue coordinate sono utili anche a noi come bussola per comprendere in che direzione va il viaggio. Non c'è la pretesa di inventare nulla, ma la necessità di raccontare qualcosa elaborando ciò che a Damiano è più affine in questo momento. Liquida è il risultato di una ricerca musicale e sonora strettamente personale, che tira fuori qualche aspetto che probabilmente era sconosciuto anche al suo stesso autore.

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Lo ascolti qui sotto: