Cultura

venerdì 24 luglio 2020

La sigla del 56° Pesaro Film Festival è dedicata a Pier Paolo Pasolini

La sigla del 56° Pesaro Film Festival è dedicata a Pier Paolo Pasolini

di Ufficio Stampa Pesaro Film Festival

Pier Paolo Pasolini, esattamente 55 anni fa, dalla prima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema diceva che Pesaro è un luogo dell'anima ed è proprio a lui che è dedicata, a 45 anni dalla tragica scomparsa, la sigla della 56° edizione realizzata da Cristiano Carloni e Stefano Franceschetti.

La 56° Mostra Internazionale del Nuovo Cinema si svolgerà a Pesaro dal 22 al 29 agosto 2020 e sarà  inevitabilmente un’edizione speciale, adeguata alla situazione attuale e nel rispetto di tutte le norme di sicurezza che privilegerà per questo gli spazi aperti. Per l’occasione ne è stato ripensato anche il contenuto, ancora più attento al nuovo cinema grazie alla selezione del concorso internazionale che ospiterà lavori di ogni formato e durata, non solo di esordienti. Già annunciato, inoltre, l’evento speciale dedicato a Giuliano Montaldo per i suoi 90 anni.

Al manifesto realizzato da Virginia Mori si aggiunge dunque la sigla ad opera di Cristiano Carloni e Stefano Franceschetti, videoartisti e docenti formatisi in quella inesauribile fucina di talenti che è la Scuola del Libro di Urbino, con la quale la Mostra ha da sempre un rapporto privilegiato. Attivi sin dagli anni Novanta, grazie alla lunga collaborazione con Romeo Castellucci e la Socìetas Raffaello Sanzio - iniziata nel 1999 - hanno portato le loro opere nei più importanti teatri d’avanguardia del mondo come Museo del Louvre, Museo d'Arte Moderna (Strasburgo), La Biennale Teatro (Venezia), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino), Central Academy of Fine Arts (Pechino) e Oxo Tower (Londra).

La sigla, oltre a rendere omaggio a Pasolini, gioca con i significati che le iniziali del suo nome comportano in ambito artistico, coniugando così il primissimo piano cinematografico al più che pianissimo musicale. Nelle parole dei suoi autori, il primo “chiama in causa il bisogno di colmare una distanza e si contrappone al tentativo di allontanare Pasolini da noi e dalla vita con l’omicidio e la persecuzione”. Le evocative immagini di tre chiodi che cadono a terra mentre delle mani invisibili battono su una macchina da scrivere sono accompagnate dal Coro a bocca chiusa della Madama Butterfly di Puccini che “allude all’attesa notturna, alla solitudine di chi rimane sveglio nella coscienza di un cattivo presagio”.

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