Cultura

venerdì 03 giugno 2022

Il Politeama di Fano tra le prime dieci sale in Italia che proietteranno il documentario "One Day One Day"

Il Politeama di Fano tra le prime dieci sale in Italia che proietteranno il documentario "One Day One Day"

di Ufficio Stampa

Il Cinema Politeama di Fano è orgoglioso di essere tra le prime dieci sale in Italia, nonché unica sala in una città non capoluogo di provincia, ad ospitare la proiezione di "One Day One Day", film documentario di Olmo Parenti prodotto da A Thing By e Will Media; proiezione in programma lunedì 6 giugno alle 21:00 alla presenza del regista e della troupe, ingresso 7 euro.  

"One Day One Day" segue per un anno la vita dei braccianti agricoli che vivono nella baraccopoli di Borgo Mezzanone, la più grande in Italia.

In Italia oltre 500.000 immigrati vivono senza documenti e in condizioni di estrema precarietà. Molti di loro cercano rifugio e lavoro nelle campagne del nostro paese dove vengono impiegati per raccogliere il cibo che acquistiamo nei supermercati.

"One Day One Day" mostra le vite di queste persone dall’interno dei ghetti e delle baraccopoli sparse nel nord della Puglia, gli unici posti disposti ad accoglierli.

"Siamo scesi nella capitanata per la prima volta a Giugno 2020. L'obiettivo inizialmente era produrre un breve documentario sul fenomeno del caporalato da distribuire online in quello che sembrava un momento di risveglio per la coscienza anche del nostro paese (soprattutto sulla scia della morte di #GeorgeFloyd).

Ci sono bastati pochi giorni per capire che la questione fosse ben più complessa del singolo caporalato; conoscendo questi ragazzi ci siamo resi conto che la tragedia dello sfruttamento sul lavoro - di cui spesso parlano televisioni e giornali - fosse solo la conseguenza dell’immobilità sociale che nel nostro paese avrebbero dovuto affrontare, possibilmente per tutta la vita.

Se non hai i documenti in Italia i ghetti sono veramente gli unici posti disposti ad accoglierti, ma una volta che ti accolgono ti inghiottono e rischi di non uscirne più. Questo documentario vuole essere il racconto di questo fenomeno, ma soprattutto una testimonianza delle sue cause nella speranza che chi lo vede possa pensare quello che anche noi abbiamo pensato: possiamo e dobbiamo fare meglio di così.

Il film è volutamente girato tutto in presa diretta e con la mia voce presente non come voce fuori campo, ma come interlocutore dei protagonisti. Questa è stata una scelta dettata dalla volontà di rendere esplicito l’intento di chi sta dietro la camera e dichiarare quello che potesse essere il suo filtro. E’ un tentativo di rendere il film il più onesto possibile.

I documentari spesso mescolano abilmente realtà con finzione; a tal proposito chiudo questa nota puntualizzando una cosa: "One Day One Day" non contiene rifacimenti. Tutto quello che vi presentiamo è avvenuto".


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