Il nuovo EP dei The Fottutissimi è un confronto con la modernità che non scende a compromessi

di Luca Petinari

Hanno ragione i The Fottutissimi, quando dicono che questa musica ormai non la fa più nessuno. La modernità ci impone di essere al passo coi tempi anche solo per, semplicemente, esistere - che poi di, semplice, non c'è nulla, nell'esistenza.

Eppure, ciò che ha convinto la band marchigiana a tornare sulle scene dopo sette anni, non è altro che un rifiuto alla discesa al compromesso. Al di là di ogni imposizione dei tempi che corrono: felici, o niente.

E il titolo, molto evocativo, di questo nuovo EP composto di quattro brani, riflette solo una parte di quello che i The Fottutissimi vogliono raccontarci con la loro musica. Perché Felici o Niente non è solo un'attitudine scanzonata del prendiamola-come-viene, ma anche un modo per prendersi delle libertà espressive che non comportino l'inseguimento di obiettivi altri (la fama, il successo) che non siano un appagamento personale e artistico.

Perché i brani, infatti, corrono verso un confronto personale tra ciò che siamo come persone e ciò che il mondo si aspetta da noi in quanto tali. La musica, seppur intrisa di melodie, si dipana sempre su un filo di tensione con una goccia di malinconia per far scivolare via l'amaro della modernità.

Siamo vicini, per azzardare dei paragoni, alle tensioni furenti dei Diaframma e della scena punk fiorentina; mentre per tematiche (ma meno per teatralità ed espressione) c'è quella cinica visione appenninica alla Giovanni Lindo Ferretti. Ed è vero, forse questa è musica che non fa più nessuno. E forse c'è anche motivo. Ma i The Fottutissimi fanno benissimo a ricordarci che ancora esiste in un mondo dove facciamo fatica a capire bene chi siamo.