Cultura

mercoledì 08 giugno 2022

"I limpidi sogni di Giò Ross", da sabato 18 giugno a Schieti la nuova esposizione dell'artista urbinate

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"I limpidi sogni di Giò Ross", da sabato 18 giugno a Schieti la nuova esposizione dell'artista urbinate

di Ufficio Stampa 

Sabato 18 giugno alle ore 18.30 inaugura la mostra “I limpidi sogni di Giò Ross” all’interno della 23°edizione del Palio dei Trampoli di Schieti (Urbino). 

Il Palio dei Trampoli di Schieti è una manifestazione che affonda le sue radici in un passato lontano: i trampoli erano necessari per gli spostamenti degli abitanti e  contadini del luogo, costretti a superare il fiume Foglia che scorre a pochi metri dal paese per poi diventare in estate un gioco per ragazzi, strumenti di gara per corse e  raggiungere il centro del castello. 

La nuova esposizione dell’artista urbinate Giò Ross, nipote del pittore Salvatore Fiume e del letterato Enzo Gualazzi, a cura del Professor Giorgio Nonni e Paola De  Crescentini, sarà allestita presso le sale del Centro socio-culturale “Don Italo Mancini”, promossa e patrocinata da tutto il Comitato e Sponsor del Palio dei Trampoli. 

Il Centro Socio culturale “Don Italo Mancini” di Schieti di Urbino è attivo dal 1997, intitolato al suo più illustre compaesano Mancini, filosofo di fama nazionale e  internazionale.  

Il Centro socio-culturale nel corso degli anni ha organizzato molteplici attività culturali, presentazione volumi, incontri, spettacoli teatrali, eventi e mostre tra cui spicca  “Arte in equilibrio” a cura di Vittorio Sgarbi.  

Sono costanti le collaborazioni con docenti universitari con cui sono stati pubblicati volumi inediti e sono in corso diverse iniziative. 

L’evolversi della poesia e dello stile del giovane artista sono perfettamente descritti dalle parole del Professor Giorgio Nonni, docente presso il Corso di Laurea Magistrale  in Scienze dello Sport e autore di un centinaio di pubblicazioni scientifiche: 

“Un’epoca ibrida, dunque, pare attenderci, in cui l’opera artistica avrà sempre più necessità di un avatar, un corrispettivo virtuale o digitale, che ci guidi a decodificarla.  Ma l’arte ha estremo bisogno di un’opera di mediazione culturale che faccia parlare ancora la tradizione, perché oggi è proprio a rischio il valore del passato. E si avverte  la necessità di persone che incarnino quegli ideali che hanno consentito di consolidare e ricomporre la varietà dei saperi, che il Rinascimento ha nel tempo sprigiona.  Giò Ross è uno di questi, figlio del nostro tempo, ma con radici ben piantate in quell’umanesimo scientifico che qui ebbe una delle sue massime realizzazioni. Un viaggio  della memoria, il suo, che nasce da un’intima esigenza di riannodare i fili con un passato che non è stato mai rimosso, e con quelle atmosfere allusive che riconducono a  quella idea di Bellezza e Verità incarnata dal genio del Divino Pittore. 

E non è senza significato che questa Mostra, allestita meritoriamente dal Centro Don Italo Mancini, abbia assunto come epigrafe: “I limpidi sogni di Giò Ross”. E proprio il  grande filosofo aveva fatto cenno, nei suoi scritti, a quella “patria, intravista e mai posseduta, dei sogni dei fanciulli e dei sogni ad occhi aperti”. Quasi un segno  premonitore di un evento che contraddistinguerà l’estate di questo splendido borgo. Perché è proprio la rêverie, l’abbandono al flusso del sogno ad occhi aperti, a  connotare le opere esposte all’ombra del castello. Sappiamo da Gaston Bachelard, figura emblematica dell'epistemologia francese, che ai sogni che si esercitano nella  veglia dobbiamo fornire una interpretazione autentica. Ma le fantasticherie hanno necessità di essere trasformate in immaginazione artistica, in tensioni da ravvivare e  in materia incandescente che ispira la creatività.” 

Più di 20 le opere in esposizione, del tutto inedite, immerse in quella atmosfera tipica delle feste paesane come il Palio dei Trampoli, che ha ormai raggiunto notorietà in  tutta Italia ed è in attesa, finalmente dopo il periodo di impossibilità forzata, di tornare a splendere accogliendo numerosi visitatori per il weekend del 17, 18 e 19 giugno. 

Giò Ross “tenta con successo di costruire una personale via di scampo per giungere ad espressioni di cristallino nitore pierfrancescano: in una trasversalità di epoche e di  stili, con echi espressionistici e incursioni nella pop art, l’artista sembra aver trovato una sua personale cifra che connota tele apparentemente contrastanti, ma che  godono di un comune denominatore, rappresentato da una creatività innata che permea, di colori squillanti, visioni che emergono da una realtà trasfigurata e abitata da personaggi spesso còlti di spalle, nell’intento di afferrare il mistero della vita. 

Ma c’è altro. C’è il desiderio di conoscere cosa c’è oltre il monte, oltre le distese equoree, oltre i ghiacciai eterni, oltre i binari di una avveniristica stazione, oltre le due  torri orientali simbolo di una città ideale, e oltre una piazza metafisica abitata solo da colori abbaglianti. L’infanzia, alba della coscienza dell’uomo, rappresenta il tempo  della creatività e il luogo dell’immaginazione. E allora quel bambino seduto con una tavolozza di fronte al Sole e al Palazzo federiciano, non può che rappresentare  appieno quei sogni limpidi che Giò Ross ha saputo evocare in questa sua pregevole e copiosa produzione.” 

La mostra sarà aperta tutti i giorni dalle ore 16 alle ore 19 con ingresso gratuito, fino al 9 luglio. 

Primo, registrazione presso il Tribunale di Pesaro n°3/2019 del 21 agosto 2019. P.Iva 02699620411

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