Cultura

venerdì 10 dicembre 2021

Dal jazz al coro polifonico: la musica a Fano si ascolta da più lati

Dal jazz al coro polifonico: la musica a Fano si ascolta da più lati

Itinerario Musicale è una rubrica in collaborazione con la Confcommercio Marche Nord volta a raccontare il territorio della provincia di Pesaro e Urbino tramite le sue eccellenze musicali

La città di Fano è davvero un gioiello per quanto riguarda il panorama musicale della provincia di Pesaro e Urbino. Un prisma dai mille volti ma che nel complesso forma una rarità da scoprire in ogni sua sfaccettatura.

Un simbolo di questa versatile bellezza è il Teatro della Fortuna. Situato nella piazza principale della città, fa da facciata l’antico Palazzo del Podestà fondato nel 1299, fu eretto su progetto dell’architetto modenese Luigi Poletti tra il 1845 e il 1863. Fu gravemente danneggiato durante la seconda guerra mondiale e rimase chiuso fino al 1998, quando fu riaperto al pubblico dopo le lunghe e complesse operazioni di restauro e ristrutturazione che ne hanno preservato l’antico aspetto pur rinnovandone tutti gli impianti e le attrezzature tecniche. Oggi ospita stagioni teatrali ma anche rassegne musicali di vario genere.

Un evento che ormai può essere eretto a istituzione fanese è il Fano Jazz By The Sea. Nato come costola dell'Umbria Jazz By The Sea nel 1991, ottiene una propria indipendenza nel 1993, con una nuova veste grafica e organizzazione. «Gli scopi sono diversi e articolati: il principale rimane la diffusione e la valorizzazione della musica jazz e creativa contemporanea, puntando sull’alto valore della proposta culturale offerta. Una musica ricca di linguaggi innovativi che rappresenta diverse culture e riflette altrettante istanze di socialità», ci racconta il direttore del festival Adriano Pedini.

Inoltre, dal 2017 il Festival aderisce al progetto Green Jazz per la sostenibilità degli eventi culturali, un’importante iniziativa di responsabilità sociale, che lo ha portato ad essere il capofila della Rete Nazionale “Jazz Takes The Green”  di 20 festival Jazz Italiani che fanno parte dell’Associazione I-Jazz, e per il quale è risultato vincitore nel 2020 del Premio Buygreen assegnato dalla Fondazione Ecosistemi – Cultura in Verde, come miglior evento culturale Italiano nella pratica della sostenibilità.

La lista di nomi che hanno partecipato a Fano Jazz è invidiabile, oltre che molto lunga. Per citarne alcuni: Lionel Hampton, Diane Schurr, Gary Burton, Milton Jackson, Billy Cobham, Benny Golson, McCoy Tyner, Bill Frisell, Art Ensemble Of Chicago, Michel Petrucciani, Miroslav Vitouš, Chick Corea, Herbie Hancock e Marcus Miller. Tra gli italiani Stefano Bollani, Paolo Fresu, Enrico Rava, Gianluca Petrella, Roberto Gatto, Giovanni Guidi, Fabrizio Bosso, Danilo Rea, Daniele Di Bonaventura, Rita Marcotulli, Flavio Boltro, Stefano Di Battista e tanti altri ancora.

Il festival è una forte attrattiva per il pubblico che arriva da fuori dei confini cittadini, tanto da costituire l'86%. Ma anche il pubblico di casa è molto affezionato a Fano Jazz By The Sea per l'opportunità che rappresenta su tutto il territorio. Guardando al futuro, Pedini vede: «un festival che partendo dalla proposta culturale di alto profilo, e dalla responsabilità sociale, favorisca l’inserimento dei giovani, lo sviluppo della creatività, nonché degli operatori e delle formazioni artistiche che si accostano al mondo dello spettacolo, così come di contribuire ad incrementare le professionalità dei soggetti coinvolti, con evidenti ricadute economico - occupazionali per tutto il territorio».

Se oltre alla musica da ascoltare, vi piace anche suonarla, Fano offre un museo molto particolare ma che farà felice ogni fan del rock: il Museo della Batteria. Il museo nasce nel 2021 con lo scopo di far conoscere, specialmente ai più giovani, il primo strumento mai suonato dall’uomo e in particolare di ascoltare i suoni delle batterie che si possono sentire sui dischi delle band più famose degli anni 60/70. Inoltre, per far avvicinare sempre più i giovani alla musica suonata, vengono proposte anche una scuola di batteria e diversi clinic con maestri di musica.

Il Museo della Batteria di Fano è il primo in Italia nel suo genere. I pezzi che troverete sono acquistati e restaurati da Daniele Carboni, che da ventidue anni si cimenta alla ricerca di queste unicità. Led Zeppelin, Who, Beatles, Genesis, Rolling Stones e Deep Purple: «Si tratta di pezzi originali e non di riproduzioni, cioè le gemelle di quelle appartenute ai più grandi batteristi, quindi stesso modello, anno, colore, misure e suono», spiega Carboni. Al momento sono esposte 25 kit di batterie dal 1920 al 1980 che hanno già incuriosito tanti fanesi e non.

Dalla più giovane a un'altra istituzione fanese che da più di mezzo secolo allieta il pubblico cittadino: il Coro Polifonico Malatestiano. Con oltre 50 anni di ininterrotta attività, il CPM nasce nel ’68 da un gruppo di giovani, diretti dal M° Armando Pierucci, desiderosi di comunicare al pubblico fanese le suggestioni, la dolcezza della musica e la magia  del canto  e insieme creare un gruppo di persone omogeneo, socialmente affiatato, ma soprattutto capace di ascoltarsi,  ascoltare e uniformarsi alle altre voci.

Il CPM ha contribuito ad arricchire la vita culturale della città con i tanti concerti eseguiti nelle più diverse occasioni, ma soprattutto, dopo le prime esperienze di partecipazione a rassegne, festival e concorsi, ha dato vita, fin dal 1974, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale all’Incontro Internazionale Polifonico “Città di Fano”, che ha avuto il pregio di far conoscere a un pubblico di fanesi e turisti, via via sempre più numeroso e competente le più suggestive forme espressive della polifonia dal rinascimento alle innovative sperimentazioni contemporanee.

Al suo interno merita di essere ricordato lo svolgimento, a cadenza biennale, dell’Accademia europea per Direttori di Coro, diretta da prestigiosi Maestri di fama internazionale, con giovani studenti provenienti da ogni parte del mondo. Un significativo volano turistico per la città di Fano. «La comunità fanese, in termini di partecipazione sempre più qualificata, è cresciuta insieme al Coro. Le esecuzioni, un tempo a carattere di nicchia, sono sempre più partecipate, anche perché il Coro è orientato alla ricerca di nuove forme espressive, in un dialogo continuo con altre arti, fino a fare della polifonia anche spettacoli teatrali», dice Giuseppe Franchini, alla guida del Coro Polifonico Malatestiano, confermando la natura multifaccia della comunità musicale fanese. Un prisma la cui bellezza si osserva da più lati.

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