Cultura

lunedì 06 luglio 2020

Ennio Morricone e il fax

Ennio Morricone e il fax

di Luca Petinari

In una giornata di cordoglio per la scomparsa di Ennio Morricone, anche il web si è costellato di tributi e ricordi legati al Maestro. C'è chi ne narra l'ispirazione, chi ne loda i lavori, l'impatto e l'influenza che ha avuto sulla musica e chi si racconta la fortuna di essercisi imbattuto, volente o nolente, nel suo quotidiano.

In questi aneddoti spiccano tre elementi: il suo genio, la sua enorme umiltà e il suo fax.

Sì, esatto: il fax. In un'epoca dove la messaggistica è immediata e tutto si svolge via telematica, questo archetipo della comunicazione sembra essere rimasto nel tempo sospeso del Maestro, poiché compare molto spesso negli aneddoti dolci e un po' buffi di chi ha provato a comunicare con Morricone. O come lui amava farsi riconoscere: semplicemente, Ennio. 

Tra i vari racconti, uno riguarda anche il nostro territorio e, se vogliamo, un'occasione mancata di avere il Maestro nella nostra provincia, ma che ne testimonia la grande umiltà. A raccontarlo è Mattia Priori, bassista dei The Fottutissimi ed ex direttore organizzativo di Animavì, festival di animazione poetica che si è tenuto per tre edizioni a Pergola e che avrebbe potuto portare Morricone di nuovo nel nostro territorio dopo il concerto che tenne nel 2010 alla Vitrifrigo Arena di Pesaro, ma questa volta per una premiazione. Rifiutata però, con grande eleganza, dal Maestro.

Riportiamo qui di seguito il post di Priori:

Avremmo voluto tanto premiarlo alcuni anni fa ad Animavì Festival.

Così come sempre, dopo un po’ di peripezie, anche in quel caso riuscimmo a trovare il suo numero. Ci dissero che era di un fax e che il maestro riceveva appunto solo fax.

Preparammo così una lettera scritta al meglio possibile e tentammo di inviarla a quel numero dal centralino del mio ufficio. Ma dopo due, tre, quattro squilli il fax non partiva mai e la centralinista mi disse che rispondeva piuttosto la voce cordiale di un signore anziano.

Capimmo allora che non era un fax, ma il suo numero di casa. Con un po di coraggio ed imbarazzo lo chiamammo. 

Il maestro con poche parole rifiuto il nostro invito spiegando che non meritava affatto tutti i premi per i quali ogni giorno riceveva proposte e declino.

Riposa in pace maestro indimenticabile.

Un po' più lontano dal nostro territorio - ma che lo ha visto più volte protagonista - è Teho Teardo, che anch'egli ha ricordato Morricone con un bellissimo post dove, ancora una volta, compare il fax come mezzo di comunicazione:

Un altro bell'aneddoto è stato raccontato da Il Fatto Quotidiano tramite il racconto di Lucrezia Savino, A&R di Universal Music Publishing Ricordi, che potete leggere qui. Ovviamente, c'entra il fax.

Foto articolo da: Internazionale

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